È sotto il segno della maturità e di una rappresentazione nitida e dura della realtà che si presenta ai lettori L’equazione africana, ultimo romanzo di Yasmina Khadra (pseudonimo di Mohammed Moulessehoul), scrittore algerino apprezzato da pubblico e critica per la sua capacità di raccontare l’Africa, i conflitti che la caratterizzano e le umanità che la popolano. Dall’esordio, nel 1998, con Morituri (pubblicato in Italia da E/O nel 2000), il percorso letterario di Khadra ha acquisito consapevolezza e sicurezza, e sembra aver raggiunto, con questo ultimo lavoro, un certo carattere di completezza, riuscendo a creare un parallelismo, piacevole e doloroso al tempo stesso, tra il destino di un continente e il viaggio “formativo” del protagonista.
Il terribile lutto familiare che colpisce il dottor Kurt Krausmann è la scintilla da cui muove il racconto. Il viaggio che doveva essere l’inizio di una nuova vita si trasforma in incubo quando Kurt, insieme ai suoi compagni, viene preso in ostaggio, picchiato e umiliato da un gruppo di pirati al largo della Somalia. In un sol colpo la sua dignità viene annullata e il dottore diventa niente: «Ho voglia di urlare, di strappare la catena che annienta la mia autostima. […] Sento male nel corpo, nello spirito, ovunque mi portino i pensieri». C’è un momento, nella storia e nella prigionia di Kurt, in cui solo la memoria sembra essere salvifica; quella stessa memoria che troppo spesso si dimentica di questa terra e delle sue lacrime.
Nella poetica di Khadra, però, ogni elemento deve toccare il fondo per arrivare ad una sua finale completezza. Così Kurt scruta dentro se stesso e pian piano rabbia, odio e violenza si trasformano in razionalità e ragionamento, in qualcosa che muta nel suo intimo per farne un uomo nuovo: «un senso e una forza anche nei gesti più umili, una ricchezza diversa, una bellezza semplice».
È un’Africa della marginalità quella che ci presenta Khadra, rinchiusa in una spirale di violenza al di là dei confini dei singoli stati. Non c’è spazio per i sentimentalismi o per i compromessi: domina il più forte e l’unica legge è quella della natura, in un inarrestabile scontro tra razze e civiltà. L’Africa di Khadra è un “codice” che, una volta capito e accettato, alla fine del viaggio muta violenza e brutalità in pacata saggezza.