Kevin Wilson – La famiglia Fang

Quanto è difficile far ridere con un libro? Tanto. Non per una generale incapacità degli scrittori, ma perché la comicità si nutre di alcuni strumenti (il tono della voce, le pause, le espressioni facciali) che la narrativa non ha a disposizione. Ecco: La famiglia Fang fa ridere.

Il romanzo d’esordio di Kevin Wilson narra la storia di Caleb e Camille Fang, due artisti performativi che decidono di includere nei loro assurdi eventi artistici i loro due figli, Annie e Buster o, come preferiscono chiamarli loro, i bambini “A” e “B”. L’arte dei coniugi Fang consiste nel creare attraverso delle situazioni assurde, e con un forte impatto emotivo, il caos nei luoghi pubblici. Nel corso della storia li troviamo a interpretare il ruolo dei rapinatori, a inscenare proposte di matrimonio su un aeroplano, a fomentare una rivolta in un fast-food per poi riprendere le conseguenze con speciali telecamere. Il coinvolgimento dei bambini in questi eventi finirà per pesare irrimediabilmente nei rapporti interni alla famiglia, con i primi che, raggiunta l’età adulta, si allontanano dalla casa paterna per portare avanti due distinte carriere artistiche: Annie diventerà una famosa attrice; Buster uno scrittore e giornalista di scarso successo. I due fratelli eviteranno i genitori finché sarà loro possibile; solo per una serie di sfortunati eventi si ritroveranno anni dopo, loro malgrado, di nuovo sotto il tetto di Caleb e Camille che, nel frattempo, non sono cambiati per niente.

Il libro affronta con una pronunciata vena ironica un tema difficile e doloroso: il rapporto tra genitori e figli. Ripercorrendola attraverso le loro performance artistiche scopriamo la storia dei Fang, il modo in cui i fratelli venivano costretti a prestarsi a queste messinscene, il loro disagio; sentiamo il peso delle aspettative dei due geniali genitori sui figli, il modo in cui cercano di indirizzare e predestinare la loro vita; infine il distacco, il momento in cui il peso diventa troppo e ai due ragazzi non resta che allontanarsi dai due genitori per vivere la loro vita.

Nonostante questo soggetto, sicuramente non facile da trattare, Kevin Wilson è riuscito a dare alla narrazione una gradevole leggerezza che permette di godere dell’intreccio narrativo senza perdere di vista il tema. Credo sia veramente difficile chiudere il libro e non affezionarsi a questa famiglia completamente squilibrata, con le sue nevrosi e la sua eccessiva devozione per l’arte. I Fang restano fuori dal tempo, nella loro esagerata umanità.

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