Jean Echenoz – Lampi

Due cose devono per forza essere riconosciute a Lampi: leggerezza e veridicità. Jean Echenoz racconta l’affascinante e tragica biografia di Nikola Tesla attraverso il suo alter-ego letterario, Gregor, brillante ingegnere serbo emigrato negli Stati Uniti in cerca di fortuna, e lo fa in maniera ironica e sottile, quasi stesse raccontando una fiaba a un gruppo di bambini.

Nonostante questa narrazione poco impegnata nel libro c’è davvero tutto: viviamo dal punto di vista interno della sua epoca il successo di questo straordinario scienziato che, dopo aver rivoluzionato il mondo con le sue invenzioni, viene trascinato nel baratro dalla sua stessa, geniale, personalità. La vita di Tesla viene raccontata attraverso le sue invenzioni e i suoi disturbi in maniera accurata; sono ben pochi (tre o quattro al massimo) i personaggi di fantasia che incontriamo nel corso del racconto, per la maggior parte si tratta di personaggi storici – tra i quali spicca sicuramente Thomas Edison – che vengono tra l’altro descritti in maniera accurata anche dal punto di vista fisico.

D’altro canto il libro eccede forse in questa volontà di semplificazione, la caratterizzazione di Gregor/Tesla, seppur documentata, risulta a tratti posticcia, tanto da lasciare l’impressione di avere a che fare con una macchietta più che con un carattere. Troppo s’insiste nel libro sulle nevrosi dell’inventore: la sua germofobia, la sua ossessione per il numero tre, il suo rapporto con i piccioni (sì, i piccioni), ma, soprattutto, queste nevrosi vengono semplicemente spiattellate sulla pagina senza essere raccontate attraverso le azioni del personaggio; Echenoz non fa “vivere” Gregor, lo descrive.

In sostanza è interessante leggere un’accurata biografia leggera di un grande e controverso personaggio storico quale è stato Nikola Tesla, ma tra un prodotto riuscito e un’opera artisticamente valida c’è un’enorme differenza.

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