Ben Affleck – The town

Doug MacRay è un ragazzone di origini irlandesi che vive nel quartiere di Charlestown, a Boston. Ex promessa dell’hockey, ora spacca pietre per conto di una compagnia locale, ma è anche a capo di una gang di spietati rapinatori. Il padre, criminale pure lui, sta scontando un ergastolo e la madre, una tossica all’ultimo stadio, ha abbandonato entrambi molti anni prima, sparendo nel nulla.

Le cose sembrano cambiare quando, durante l’ennesima rapina in banca, con la sua banda prende in ostaggio un’impiegata dell’istituto, Claire. Dopo averla rilasciata incolume, Doug comincia a frequentarla, innamorandosene a poco a poco. Con lei progetta di andarsene via, lontano da Charlestown (anche la ragazza è del quartiere). Ma il mondo del crimine, si sa, non ha la porta girevole: non puoi entrarne ed uscirne a tuo piacimento. Ed il capo dell’organizzazione malavitosa che commissiona i colpi alla banda, “Il Fioraio” (così chiamato perché gestisce un negozio di fiori), non è intenzionato a lasciar libero Doug, la sua gallina dalle uova d’oro.

In The town (basato sul romanzo di Chuck Hogan, Il principe dei ladri, edito da Piemme) ci sono insomma tutti gli ingredienti tipici del noir “di redenzione”: un criminale che è tale per il degrado dell’ambiente in cui è cresciuto (e dunque è buono), l’amico fraterno un po’ casinista (Jem), la donna che “salva”, e un boss spietato ed un poliziotto ostinato a mettersi di traverso. Tutto molto standard, insomma, ma Affleck ha un buon senso del ritmo, un gusto sobrio, e dunque questa seconda scommessa da regista (dopo Gone baby gone) la vince. Dalla sua, The town ha soprattutto l’ambientazione: Charlestown è claustrofobico dedalo di viuzze grige, squallide, microregno della comunità irlandese, con un codice di regole tutto suo. La parabola di Doug, che in un crescendo adrenalinico regolerà i conti anche col proprio passato, si avvale di qualche buona trovata visiva (le maschere adoperate per le rapine), ed è resa avvincente anche dal cast, con lo stesso Affleck nei panni di Doug, Rebecca Hall in quelli di Claire, e il grande Pete Postlethwaite nelle vesti del “fioraio”.

Difficile che diventi il nuovo Clint Eastwood, ma Affleck ha la stoffa: se non dell’autore, almeno del mestierante di successo. The town lascia intravedere buone possibilità espressive, schiudendo una nuova e più interessante carriera per l’attore americano.

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