Ozark stagione 4 parte 2: un finale inevitabile a marchio femminile

Dallo scorso 29 aprile è disponibile su Netflix la seconda parte della quarta e ultima stagione di Ozark. Sette nuovi episodi che portano pian piano ad una conclusione turbolenta ma inevitabile.

Ozark arriva così al suo epilogo mostrando un incredibile e sorprendente capacità di cambiamento nei personaggi, soprattutto in quelli femminili

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La trama

Marty Byrde è al culmine della sua attività di riciclaggio a servizio del più grade cartello di droga d’America. Si è così assicurato l’incolumità per sé e per la sua famiglia, ma a caro prezzo. Ora i Byrde stanno per concludere il loro lavoro con la speranza di tornare ad una vita tranquilla a Chicago.

La moglie Wendy però ha sempre più sete di potere, e con i contatti politici che ha instaurato ha aperto una fondazione con la quale riesce a muovere grandi somme di denaro e ad accentrare influenze che contano. Suo padre però è ancora alla ricerca del figlio scomparso, e ben presto capirà che dietro a tutto questo c’è proprio Wendy.

Nel frattempo la mina vagante torna ad essere Ruth, che eredita una somma considerevole e che vuole imbastire una nuova rete di affari “leciti” spodestando proprio i Byrde dal comando del Casinò. Malumori anche nel cartello, dove la morte di Javi (proprio per mano di Ruth) è la goccia che fa traboccare il vaso e innesca la miccia di una guerra intestina di cui i Byrde possono approfittare. Ma non tutto andrà come previsto.

Ozark 4 parte 2 – La recensione

Insomma l’avventura della famiglia Byrde si chiude con una serie di sorprese che però a ben vedere non sono nemmeno così tanto sconvolgenti. Che qualcuno potesse “rimetterci” la vita in questo gioco sul filo del rasoio era anche abbastanza chiaro, ed anzi la sorpresa era che fino ad ora nessuno dei protagonisti principali aveva abbandonato la scena.

La seconda parte dell’ultima stagione di Ozark parte lenta, sono ancora i soldi a manovrare tutto, ma poi pian piano il fulcro si sposta sulle persone, sulle dinamiche, sulle scelte. L’aspetto personale fa sempre la differenza e le questioni diventano interne, familiari, emotive. Così esplodono le bombe che danno vita a una serie di contraccolpi impossibili da frenare.

In queste dinamiche i personaggi si modificano, soprattutto quelli femminili. Pian piano sono le donne a prendere il controllo, a goverare le situazioni, a decidere le sorti delle vicende. Così qualcuno cede il passo volentieri (Marty con la moglie, nonostante alcune sofferenze) e qualcun altro è costretto a capitolare suo malgrado (Omar Navarro con la sorella Camila).

E poi c’è Ruth. L’imprigionabile e decisa Ruth che prosegue per la sua strada. Una mina vagante proprio perché libera, non manovrata, mossa dalle pulsioni e dal dolore più di chiunque altro. Per lei più che per tutti gli altri il destino sarà beffardo e il finale triste. Anche per lo spettatore, che a Ruth forse si era affezionato più che a tutti gli altri.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.