Anatomia di uno scandalo

Anatomia di uno scandalo: consenso, accettazione e rimozione di uno stupro

Anatomia di uno scandalo è la nuova miniserie in onda su Netflix dallo scorso 15 aprile. Sei episodi in cui la tensione è crescente per una storia che scava nelle conseguenze di uno scandalo sessuale.

La politica, la famiglia, la società. Anatomia di uno scandalo è una serie tratta dal romanzo di Sarah Vaughan che vede nel cast Sienna Miller, Rupert Friend e Michelle Dockery.

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La trama

La storia è ambientata nel mondo dell’alta politica britannica. I protagonisti della vicenda sono i coniugi James e Sophie Whitehouse. Lui è un ministro che ha conosciuto la moglie al college. Lei è una donna totalmente devota all’uomo di successo che ha al fianco.

Dopo un periodo felice durato 12 anni, i due sono stravolti da uno scandalo che li sbatte letteralmente in prima pagina. Esce infatti allo scoperto la relazione extraconiugale di James con la sua collaboratrice Olivia Lytton.

Ma non finisce qui, perché poco dopo la stessa Olivia trascina James in tribunale con l’accusa di stupro per averla, a suo dire, violentata in ascensore. Così tutta una serie di segreti della famiglia Whitehouse iniziano ad emergere dal passato e Sophie, che ha sempre creduto in suo marito, viene sconvolta da una serie di dettagli sconosciuti che riguardano suo marito. Inizialmente comprensiva, pian piano la donna inizia a dubitare di lui. James ha davvero stuprato Olivia o è stato un rapporto consenziente?

Anatomia di uno scandalo – La recensione

A differenza di quanto afferma la maggior parte della critica, a me Anatomia di uno scandalo non è affatto dispiaciuta. Certo non è una miniserie indimenticabile, ma certamente uno dei prodotti più interessanti apparsi nelle ultime settimane su Netflix.

Il tema centrale della serie è quello del consenso nel reato di violenza sessuale, che viene qui contornato dallo sfondo e dalla cornice politica dell’alta società britannica, che diventa quindi inevitabilmente il secondo angolo di prospettiva di queste sei puntate.

Nel corso del processo insomma si vedono chiaramente le difficoltà nel far emergere un quadro chiaro sulla verità, quando il privilegio dei potenti cerca di alzare una sorta di muro omertoso che arriva molto indietro negli anni. C’è quindi una sottolineatura forte e doverosa su una certa cultura dello stupro e del modo di vedere il mondo femminile che pervade in ogni parte del mondo una certa parte dell’elite.

Però il pubblico riesce a prendere parte, vuole saperne di più, scoprire i segreti, rimane anche un po’ sorpreso per i risvolti che prende la vicenda. Ecco perché, in fondo, Anatomia di uno scandalo funziona. Il ruolo di Sophie impersonifica la donna premurosa che si prende cura del marito, che fa “un passo indietro” rinunciando alla sua vita e al suo lavoro mentre l’uomo che ha al fianco prosegue secondo un copione scontato ma a lei invisibile.

Un prodotto seriale non certamente memorabile ma che tocca una tematica interessante e su cui ci sarebbe ancora molto da dire. Speriamo lo si dica, e anche presto.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.