Circe

Circe e Morgana: la riscoperta delle donne nel mito

Nuovi sguardi, racconti originali, altre letture di antiche protagoniste.

È ormai sempre più diffusa la riscrittura dei miti antichi, appartenenti a epoche e latitudini diverse. A tenere banco sono non tanto gli eroi, di cui conosciamo a memoria le incredibili gesta, quanto le figure femminili che da sempre li accompagnano ma di cui si sa veramente poco: personaggi come Elena di Sparta, rinarrata insieme ad altre donne mitiche da Colamedici e Gancitano in “Liberati della brava bambina” (Harper Collins, 2019); le donne che si ritrovano nel libro “L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre” di Marilù Oliva (Solferino, 2020) oppure “Le nuove Eroidi” (Harper Collins, 2019), una serie di racconti creati da scrittrici nate negli anni Settanta e ispirati alla celebre opera di Ovidio, le “Eroidi” appunto.

Qui ci si soffermerà su due libri in particolare, pubblicati da Marsilio e recentemente da Feltrinelli nella collana universale economica. I due scritti sono diversi ma intrinsecamente legati: trattano, rispettivamente, ciò che in gergo viene denominato materia del mito greco e materia di Britannia. Stiamo parlando delle figure di Circe e Morgana.

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“Circe” di Madeline Miller

Circe«Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero»: inizia così uno dei libri di maggior successo degli ultimi anni, osannato da pubblico e critica, in testa alla classifiche di vendita ovunque. Circe è la protagonista assoluta per circa quattrocento pagine di un romanzo incredibile, che rende vivo e palpitante il grande racconto dell’Odissea di Omero. Il meritato successo del libro nasce dalla competenza storica di Madeline Miller, che riformula in chiave contemporanea l’antica storia e la rende accattivante, anche grazie agli anni di studio rigoroso su fonti e testi del mondo greco. A condurre la narrazione è la stessa Circe, dalla sua nascita fino al momento in cui diventa una donna libera e soddisfatta della sua esistenza.

Figlia del titano Elios e della ninfa Perseide, Circe viene bisrattata da tutti per il suo aspetto poco divino e molto mortale, oltre che per il suo carattere considerato difficile, in realtà semplicemente genuino e indipendente. Questo la porterà all’isolamento nel senso letterale del termine: la dea, che si scoprirà in seguito maga, passerà la maggior parte del suo tempo sull’isola di Eea. Ma non sarà sempre sola: oltre alle sue erbe magiche e agli animali che popolano l’isola, Circe incontrerà Scilla, Dedalo, Arianna, Icaro, il Minotauro, Minosse, Ermes, Atena, Giasone, Medea, Odisseo, Penelope, Telemaco, per citare solo alcuni nomi. Verrà a sapere, tramite i loro racconti, delle storie di Achille o di Elena di Sparta.

E così il lettore, catturato dalla maga Circe (proprio come molti dei visitatori della sua isola), avrà modo di scoprire o rinfrescare il racconto mitico che gli esseri umani portano con sé da millenni. Un libro eccellente, scritto con sapienza e generosità, da leggere insieme all’altro best seller di Madeline Miller, La canzone di Achille. Tra l’altro HBO sta creando una serie tv in otto episodi basata proprio sul libro.

 

“L’inferno è una buona memoria” di Michela Murgia

MorganaAvete mai letto Le nebbie di Avalon? Il libro di Marion Zimmer Bradley è un romanzo a metà tra fantasy e ucronia. Tratta della materia di Britannia (re Artù, la spada nella roccia, Morgana, Ginevra, Lancillotto, Igraine, Viviana, Morgause e così via) e risale al 1982 (la prima pubblicazione italiana è del 1986 e al momento la più recente è quella di Harper Collins Italia del 2018).

Michela Murgia è una delle maggiori scrittrici italiane contemporanee, oltre che intellettuale spesso scomoda per certi personaggi che non perdono occasione per provare (infruttuosamente) a zittirla. Michela Murgia, dicevamo, Le nebbie di Avalon non lo aveva letto, almeno fino ai trent’anni. Ne acquistò casualmente una copia presso l’edicola della stazione marittima di Olbia nel 2002: le serviva un romanzo che le tenesse compagnia durante le nove ore di viaggio notturno in nave tra la Sardegna e Civitavecchia – nave che l’avrebbe condotta a un raduno di giocatori di ruolo fantasy. Bene, quella scelta incauta ha influenzato la sua vita, scrittura, visione politica, femminista e di fede in un modo che la stessa Murgia non sa ancora quantificare. Noi ammiratori dei suoi lavori un pochino sì, dato che Morgana (Mondadori, 2019), con la complicità di Chiara Tagliaferri, è diventato un libro incredibile e un podcast di grande successo (Storielibere.fm).

In questo libro di circa 120 pagine, intitolato “L’inferno è una buona memoria”, la scrittrice sarda ci conduce per mano in un mondo che racconta la versione delle donne, di cui dice: «conoscevo sì i loro nomi, ma non le avevo mai considerate soggetti pensanti con una propria interpretazione delle vicende». Queste figure emergono effettivamente da una metaforica nebbia, un po’ con le loro stesse parole – Murgia le fa parlare una alla volta – un po’ con la storia dell’autrice, passando per Gustav Klimt, Maria di Nazareth e altri personaggi della Bibbia (la strega di Endor, Zefania, ma anche Miriam, sorella di Mosè e Aronne), Margaret Atwood, Kazuo Ishiguro e altri nomi che sicuramente cattureranno la vostra attenzione.

Questo è un piccolo grande libro, da leggere e gustare pagina dopo pagina, oltre che un poco velato invito alla lettura de Le nebbie di Avalon.

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diMarta Lilliù

Sono nata ad Ancona nel 1985 e sono cresciuta ad Osimo. Sono laureata in Lettere (Università degli Studi di Macerata) con una tesi in Storia Moderna sulle Suppliche del XVIII sec. dell’Archivio Storico di Osimo. Sono diplomata in Pianoforte e in Clavicembalo (Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro).
Dal 2012 abito e lavoro in Liguria, dove ho approfondito l’ambito della didattica musicale (abilitandomi all’insegnamento del Pianoforte presso il Conservatorio “N.Paganini” di Genova) e della didattica speciale, cioè rivolta al Sostegno didattico ad alunni con disabilità (Università degli Studi di Genova). Ho vissuto a Chiavari e Genova. Attualmente vivo a Sestri Levante, dove annualmente si svolgono il Riviera International Film Festival e il Festival Andersen.
Sono docente di Pianoforte a tempo indeterminato a Levanto, Monterosso e Deiva Marina.
Abbandono talvolta la Liguria per muovermi tra le Marche e Londra, città in cui ricopro ufficialmente il ruolo di...zia!