Ferlinghetti

Addio a Lawrence Ferlinghetti – Poeta della Beat Generation

Nel 2019 da queste pagine avevamo dedicato un ricordo di Lawrence Ferlinghetti, definendolo un “saggio Little Boy centenario” (LEGGI QUI L’ARTICOLO)

Ora Lawrence Ferlinghetti, una delle espressioni più significative e attive del fenomeno della Beat Generation ci ha abbandonati, a 101 anni.

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La carriera

Poeta ed editore, a San Francisco aveva costituito con la sua libreria City Lights un punto di riferimento che ancora oggi rappresenta il luogo di incontro di culture non convenzionali.

Al suo nome sono abbinati personaggi incredibili, affascinanti, unici come Jack Kerouac, Allen Ginsberg che hanno dato vita a un movimento fondamentale nella storia, nella cultura e in tutte le espressioni artistiche.

Fondamentali nel caratterizzare la vita degli americani e di tutto il mondo per generazioni intere. Tesa verso un anelito di libertà totale.

Lawrence Ferlinghetti non è certo un poeta facile, semplice, non va compreso ma occorre lasciarsi sedurre, confondere. Assolutamente contemporaneo:

“Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore
E i cui pastori sono guide cattive
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
I cui saggi sono messi a tacere”

Lawrence Ferlinghetti e la Beat Generation

Uno stile, quello di Lawrence Ferlinghetti, che ha caratterizzato lo schema letterario, non solo della Beat Generation, e ispirato artisti come Bob Dylan.

Le sue non sono poesie ma racconti brevi, pensieri, espressioni di un credo profondo nell’assoluta liberazione da vincoli e legami.

L’occhio del poeta vedendo oscenamente
vede la superficie del mondo tondo”

E’ la cultura dell’uomo della strada che osserva, indifeso e vittima, una nazione correre veloce verso il male, il disastro della conquista alla quale gli artisti si devono ribellare, debbono guidare la rivoluzione:

“Poeti, uscite dai vostri studi,
aprite le vostre finestre, aprite le vostre porte,
siete stati ritirati troppo a lungo
nei vostri mondi chiusi.
Scendete, scendete”

Il saggio Little Boy se ne va, ondeggiando, accompagnato da sincopate note jazz di tempi passati e strade, tante nuove strade da percorrere.

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diSteve Fortunato

Piemontese di origine e milanese d’adozione. Imprenditore da sempre, ha sfogato principalmente nel marketing e nella comunicazione la creatività e il desiderio di nuovi orizzonti e di nuove sfide. Razionale e impulsivo, istintivo e sensibile. Racconta vicende e persone con una visione nichilista e un linguaggio crudo, duro, scarno a volte, che però sa cedere a momenti delicati, di sottile nostalgia.