Il giorno in cui abbiamo pianto, di Gianfranco Cefalì, è un’intensa storia di abissi e di emersioni, una narrazione che si snoda tra passato e presente sullo sfondo di due drammi raccontati in parallelo, due rette esistenziali che forse non si incontreranno mai in questo perfetto caos che è l’esistenza, una casa popolata di ricordi e ripensamenti. Il volume è edito da edizioni Dialoghi.
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La trama
Una scrittura schietta e a volte brutale quella di Gianfranco Cefalì, capace di mescolare ironia e dramma e vibrare di rabbia e sofferenza, che restituisce un’analisi impietosa della condizione degli individui e dei rapporti interpersonali, attraversando l’inquietudine che accompagna inevitabilmente i protagonisti di fronte ai loro drammi.
Da una parte momenti segnati dai segreti di un burrascoso passato di famiglia, un peso che grava su una ragazza ancorandola allo spazio inutile tra il sogno e la realtà; dall’altra il tormento di un uomo ferito profondamente che cerca la forza di accettare la vita che va avanti, inesorabile scorrere dei giorni dello sconforto, nell’ossessione per la perdita di una persona cara, dentro la domanda senza quiete: quale distanza può sopportare un padre? Viene fuori la risposta in una musica che si perde nel tempo, prigioniera del destino.
Cercano la parola entrambi, per chiamare nuovi giorni, la parola che porti via lei, la parola che riporti a casa lui, là dove prima s’aggirava una famiglia serena. Sono le parole a salvare, e niente è brutale quanto i nomi pronunciati lontano dalle vite a cui appartengono.
La recensione del libro di Gianfranco Cefalì
Due vite in una storia che dice molto sulla vulnerabilità dei sentimenti: una vita evanescente che affonda le radici nel passato, un nemico che sembrava sconfitto da tempo, vento contro che porta a scoprire un mondo di cui si ignorava l’esistenza; un’altra che si infrange nel desiderio di vendetta, le lacrime furiose, il respiro corto, il silenzio mai accettato, il perdono mai accolto.
Forse basterebbe illudersi che non sempre tutto quello che c’è prima e dopo resta identico. Vite che se potessero scegliere un posto per trovare riparo sceglierebbero quello che abita fra le braccia di chi non c’è più.
Due vite che vagano, con nello sguardo la paura, in fuga da un sogno a cui avevano a lungo creduto, un sogno chiamato domani, troppo imperfetti per accettare uno scenario difettoso come la realtà. Eppure non è mai troppo tardi per cominciare a vivere davvero, la notte se ne va e c’è una porta che si apre piano a diffondere la sua luce insensata su un nuovo abbraccio.
Gianfranco Cefalì
Casa editrice
Dialoghi
Anno
2020
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
214
ISBN
9788892790278