Edgar L. Doctorow, chi era costui?

Edgar Lawrence Doctorow è uno dei più grandi scrittori americani del secondo Novecento. Eppure in Italia è quasi del tutto sconosciuto. Nato nel 1931 a New York nel Bronx, Doctorow è morto il 21 luglio del 2015, sempre a New York, non più nel Bronx ma a Manhattan.

Edgar L. DoctorowIl successo non lo ha mai cambiato, non ha mai scalfito l’amore e il gusto per la ricerca interiore, alla scoperta dei luoghi più reconditi dell’animo umano. Doctorow non si è mai accontentato né ripetuto. Tanto che a 83 anni, ha dato alle stampe il suo ultimo libro La Coscienza di Andrew, la sua opera migliore, più intima e profonda. In cinquanta anni di carriera Doctorow ha ottenuto riconoscimenti e premi per una vasta ed eterogenea produzione. E alcune sue opere sono state scelte per la trasposizione cinematografica da importanti registi, come Milos Forman.

Il primo successo arriva con Il libro di Daniel nel 1971, storia romanzata di un fatto realmente accaduto. L’io narrante di Daniel, come usa spesso fare Doctorow, ripercorre la storia dei genitori accusati di spionaggio in pieno Maccartismo, giustiziati quando il protagonista e la sorella Susan erano ancora bambini. I destini dei due fratelli, segnati nel profondo, si snodano su percorsi diversi. L’uno cercando nella propria vita e ripercorrendo la storia dei genitori le ragioni stesse della propria esistenza, l’altra finendo per essere lei stessa vittima di quella politica distruttiva. Dal libro, Sidney Lumet ha tratto il film Daniel.

Se Il libro di Daniel aveva fatto conoscere Doctorow al pubblico, il successo eclatante, vero arriva con Ragtime nel 1975. Una narrazione particolare, del tutto personale, racconta la New York dei primi anni del Novecento. Personaggi strani, insoliti, alcuni veri e altri di fantasia. Trame diverse che si intrecciano e si snodano. Ragtime rappresenta uno dei pilastri della letteratura contemporanea e non poteva non essere ispirazione per una trasposizione cinematografica. Milos Forman ne trasse l’omonimo film.

Seguono saggi, racconti, romanzi quali La Fiera Mondiale, narrazione della Esposizione Mondiale di New York del 1939 vissuta attraverso gli occhi di un bambino. La marcia, pubblicato nel 2005, celebra la storia di una colonna militare, guidata dal generale William Tecumseh Sherman, dalla Georgia fino al Nord Carolina, negli ultimi mesi della guerra di secessione americana. L’attenzione e l’indagine dell’autore, non sono rivolte tanto verso l’evento storico, ma sono puntate sulle vite, travolte e sconvolte dal passaggio dei militari.

Homer e Langley del 2009, è la strana e curiosa storia vera dei fratelli Collyer. Vittime della psicosi di accumulo di Langley, che ammucchia di tutto fino all’impossibile nella villa ereditata dai genitori. Contro il disturbo del fratello nulla può né ha volontà di opporsi Homer, divenuto cieco da adulto e che ha nel fratello l’unico sostegno. I due fratelli newyorkesi consumano le loro esistenze in quella casa che li vedrà soccombere a loro stessi.

Ma è con La coscienza di Andrew, del 2014, che Edgar L. Doctorow raggiunge l’apice della sua opera letteraria. Un romanzo intimista, crudo, sorprendente, che nella trasposizione italiana del titolo originale Andrew’s brain non rende onore al contenuto e allo spessore letterario del libro. Il lettore verrà ben presto assorbito e coinvolto dalle e nelle vicende di un individuo che l’autore indaga e descrive attraverso tre diversi piani: l’io narrativo, l’interlocutore ignoto, la narrazione descrittiva di fatti e persone.

Andrew è confuso, vinto, oppresso da una vita di colpe e di inettitudine, passata attraverso l’uccisione accidentale della figlia avuta con la prima moglie, la morte della seconda moglie sotto le ceneri delle Torri Gemelle, l’abbandono della seconda figlia per salvarla da sé stesso o forse per liberarsene. Da neuroscienziato Andrew si racconta, si analizza, si pone domande e si risponde. Se ne va così come era arrivato lasciando il lettore sospeso tra la compassione e l’incertezza sulla sincerità del protagonista.

Edgar L. Doctorow ha lasciato opere meravigliose, intense, intriganti, assolutamente personali. Ecco chi era costui.

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diSteve Fortunato

Piemontese di origine e milanese d’adozione. Imprenditore da sempre, ha sfogato principalmente nel marketing e nella comunicazione la creatività e il desiderio di nuovi orizzonti e di nuove sfide. Razionale e impulsivo, istintivo e sensibile. Racconta vicende e persone con una visione nichilista e un linguaggio crudo, duro, scarno a volte, che però sa cedere a momenti delicati, di sottile nostalgia.