Francesco Munzi torna a Venezia con "Assalto al cielo"

Francesco Munzi torna a Venezia dopo Anime nere, ispirato all’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco e presentato alla 71esima edizione della kermesse. Questa volta tocca ad Assalto al cielo (fuori concorso), il quale, prendendo spunto da materiale d’archivio (Luce, Teche Rai, Archivio del Movimento operaio, Cineteca di Bologna), racconta la rivoluzione – spesso violenta – a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.
Assalto al cielo è anche lo slogan della Comune di Parigi del 1870: il titolo è stato scelto dal regista «perché indica il tentativo di raggiungere l’irraggiungibile. Corrisponde al momento più vitale del racconto, sebbene il film sia segnato da momenti cupi e drammatici», come ha spiegato lo stesso Munzi in un articolo su Repubblica.it.
L’opera cinematografica è simile a una partitura musicale in tre momenti, che chiamano in causa la lotta, la rabbia, ma anche l’eroina («perciò il film termina nel grande festival del Parco Lambro, dove si parla di lotta armata e di droga, una dimensione che va oltre la politica») e il ricordo di quegli anni nello spirito e nella memoria collettiva di oggi.
A questo link trovate la recensione firmata da Lorenzo Donnini del precedente Anime nere: il film racconta la storia di tre fratelli calabresi che hanno preso strade diverse. Ricordiamo, inoltre, che Munzi è al lavoro su un thriller prodotto in America.

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