"L'armata Brancaleone" compie cinquant'anni

Il 7 aprile 1966 usciva nelle sale L’armata Brancaleone, capolavoro di Mario Monicelli, con, tra gli altri, Vittorio Gassman e Gian Maria Volonté.

Protagonista è Brancaleone da Norcia, il quale guida un gruppetto di improbabili soldati alla conquista di un feudo. L’armata Brancaleone è uno dei film più famosi e riusciti di Monicelli, grazie all’eccellente gioco di squadra di attori e sceneggiatori (Monicelli e la super coppia Age e Scarpelli), all’ottimo lavoro di Piero Gherardi alla scenografia e ai costumi, alla fotografia di Carlo Di Palma e alla musica di Carlo Rustichelli, la cui colonna sonora venne interpretata dal tenore Piero Carapellucci. Infine, il montaggio fu a cura di Ruggero Mastroianni, fratello di Marcello, e non dimentichiamo nemmeno i titoli di testa realizzati dall’illustratore Emanuele Luzzati.

Vittorio Gassman tornò a recitare con Carlo Pisacane, dopo I soliti ignoti, sempre di Mario Monicelli. Per quanto riguarda Volonté, che nel film vestì i panni di Teofilatto dei Leonzi, è noto che venne imposto al regista dal produttore Mario Cecchi Gori (per la parte Monicelli aveva pensato a Raimondo Vianello), vista la grande popolarità di cui godeva l’attore al tempo, dopo la partecipazione ai western firmati da Sergio Leone. Nel cast anche Enrico Maria Salerno (Zenone) e Catherine Spaak.
Una particolarità del film è il linguaggio utilizzato dagli attori, una sorta di nuovissimo idioma inventato dagli sceneggiatori, che fondeva latino medievale e italiano volgare: Monicelli ha affermato di essersi ispirato al linguaggio di San Francesco e Jacopone da Todi, ma anche di aver voluto dar vita a un latino maccheronico, in cui i termini venivano più o meno inventati (pare che Cecchi Gori, una volta letta la sceneggiatura, non volesse più produrre il film, proprio per quella lingua apparentemente incomprensibile che, al contrario, risultò molto efficace e divertente una volta recitata). La popolarità della pellicola è dovuta anche alla nascita di alcune espressioni ormai entrate nel parlato quotidiano: la stessa “armata Brancaleone” è spesso utilizzata per indicare un gruppo disorganizzato di persone.

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