"Listen to me, Marlon", l'autoritratto di Brando

Marlon Brando ha registrato, sin dagli inizi della sua carriera, centinaia di nastri in cui raccontava alcuni aneddoti della sua vita privata e professionale: i successi, le gioie, ma anche e soprattutto i dolori, i lutti, le frustrazioni. Tutto quel materiale costituisce oggi la base di Listen to me, Marlon documentario di Stevan Riley incentrato proprio sullo scomparso divo.
Listen to me, Marlon è, quindi, una sorta di autoritratto, che restituisce al pubblico un’immagine particolarmente intima di Brando: è stata la figlia Rebecca a commissionare il film al regista, in occasione dei dieci anni dalla morte del padre, avvenuta nel luglio del 2004. Tuttavia, nella pellicola trovano spazio soprattutto gli scomparsi, Christian e Cheyenne Brando, i figli più sfortunati di Marlon: nel maggio del ’90, il primo uccise con un colpo di pistola Dag Drollet, fidanzato della sorella. Dopo aver scontato una pena di cinque anni, Christian uscì dal carcere, senza riuscire mai a riprendere in mano la sua vita: morì nel 2008 per una polmonite fulminante, che minò in modo definitivo un corpo già devastato dall’alcol e dalla droga. L’esistenza di Christian fu segnata anche da un disturbo mentale, causato da un massiccio consumo di LSD fin dalla giovane età, oltre che da un trauma vissuto da bambino, quando venne rapito dalla madre alcolizzata (a cui era stato tolto l’affidamento del figlio, poi affidato al padre) e consegnato a due hippie che, probabilmente, abusarono sessualmente di lui.
Cheyenne, invece, dopo la morte del fidanzato per mano del fratello, venne ricoverata per schizofrenia in una clinica: nel ’95, dopo alcuni tentativi falliti, riuscì a togliersi la vita, impiccandosi.
Listen to me, Marlon verrà presentato il 29 novembre, in occasione del  Festival dei Popoli di Firenze, in programma dal 27 novembre al 4 dicembre. Di seguito, il trailer:

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