Rob Marshall – Into the woods

Stai attento a quello che desideri, recita il manifesto di Into the woods. Si, perchè in questa dark-story travestita da musical canterino condito di buoni sentimenti, possiamo anche sognare il principe azzurro, la bellezza eterna, le più grandi ricchezze, ma poi bisogna sempre fare i conti con la realtà e con le conseguenze di tali desideri. Lo sanno bene i due protagonisti della storia, un panettiere e sua moglie, che desiderando ardentemente un figlio che non arriva, sceglieranno di accettare l’offerta di una strega che ha gettato su di loro un maleficio che può essere sciolto solo se saranno in grado di raccogliere una scarpetta d’oro, una mucca bianca, un capello color grano e una mantello rosso. Un percorso che li porterà a scontrarsi con i più celebri personaggi delle fiabe e con le loro ancestrali paure.

 

Tratto dal celebre musical scritto e composto da James Lapine e Stephen Sondheim, a sua volta ispirato alla lezione dello psicanalista Bruno Bettelheim che rileggeva in chiave freudiana i racconti per bambini, il film mescola insieme alcune tra le più famose favole dei fratelli Grimm e di Charles Perrault, come Cappuccetto Rosso, Jack e il fagiolo magico, Raperonzolo e Cenerentola, svelandone sia il finale “alternativo” e dissacrante, sia il lato nascosto sotterrato dai troppi e stucchevoli adattamenti targati Disney.

 

 

Certo, in un epoca in cui è stato già preso in giro tutto il mondo delle favole (a partire da Shrek), questo film potrebbe apparire banale e fuori moda. Ma il merito della sceneggiatura curata dallo stesso Lapine è proprio quello di fornire allo stesso tempo una visione classica ed edulcorata con una nuda e cruda, lontana dal dorato mondo Disney. Se la prima parte del film mostra il lato convenzionale delle favole con gli impeccabili eroi impegnati nel raggiungimento del lieto fine e dell’amore perfetto, andando avanti con la narrazione lo spettatore si rende conto che i personaggi protagonisti non appartengono semplicemente ad un mondo immaginario ma hanno, come tutti gli esseri umani, pregi e difetti. E sarà proprio all’interno del bosco, ricostruito splendidamente dallo scenografo Dennis Gassner e illuminato dalla fotografia di Dion Beebe, che tutti i personaggi si mostreranno per quello che veramente sono, ovvero bugiardi, traditori, meschini, pronti a tutto pur di ottenere quello che vogliono.

 

Grazie ad una sceneggiatura solida, alle piacevoli melodie (si canta parecchio, quindi preparatevi se non siete abituati!) e alle straordinarie performance di tutti gli interpreti (su tutti, come al solito, Meryl Streep) il regista Rob Marshall, che dal canto suo ci mette un ottimo controllo dei tanti fili narrativi dispiegati, ha quindi vita facile. Ed è così che ci avverte e ci educa, senza fare una pedante lezioncina ma utilizzando un sincero humor nero, sui possibili “rischi” delle favole. E vissero tutti istruiti e contenti.

 

 

 

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