Massimo Gramellini, Chiara Gamberale – Avrò cura di te

Avrò cura di te (Longanesi) è un romanzo epistolare ché vede protagonisti una trentaseienne in crisi (Chiara Gamberale) e un angelo (Massimo Gramellini), che rappresenta prima di tutto l’interiorità, e poi l’aldilà. Da sempre figure protagoniste nell’arte e nella letteratura, gli angeli sono visti o come portatori di una cultura di convivenza e dialogo interreligioso, o come la sembianza umana dell’astratto e dell’invisibile che spiega il meglio e il peggio di noi, o ancora come presenze che hanno a che fare con il nostro io più profondo.

Spiegare il successo di Avrò cura di te, quindi, non è difficile. Gramellini e Gamberale sono due voci affermatissime della letteratura italiana, che hanno saputo creare negli anni un rapporto quasi viscerale, empatico, con i propri lettori, toccando le corde dell’anima, seppur in maniera diversa. Se la Gamberale rappresenta infatti il dubbio, lo sguardo dapprima rivolto al passato e poi proiettato al futuro, la paura e i sentimenti di ognuno di noi, Gramellini è il cuore che parla con saggezza all’anima e al cervello, l’esperienza che si tramuta in carezza. Quella diversità li unisce nel dialogo tra Gioconda (detta Giò) e il suo angelo custode, Filèmone. Lei ha una complicata storia familiare, inquieta e con un unico vero amore, Leonardo, che però l’ha abbandonata. Sola nella casa dei nonni, morti a pochi giorni di distanza e simbolo dell’amore perfetto, Giò pensa al suo amore, incapace di vincere il tempo. Quando trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all’angelo custode, decide anche lei di provare e, incredibilmente, l’angelo non solo risponde, ma le fa una promessa: avrò cura di te.

Filèmone ha una storia e la capacità di comprendere Giò fino in fondo, di ascoltarla. Nasce un rapporto che supera la trascendenza e diventa reale, a volte tenero a volte duro, a volte divertito e a volte commovente. Ma sempre sincero. Un’amicizia che crea la possibilità di un dialogo interiore e del controllo dei pensieri per ascoltare il cuore. E come in ogni rapporto di amicizia, arriva il momento della prova, e il finale non sempre è quello scontato.

Molti di voi potranno rivivere cose già vissute, perdite, distacchi, bisogno di consolazione o razionalità. Perfino l’estremo desiderio di far parlare il cuore quando tutto sembra silenzio. Alcuni piangeranno o diranno “ecco la soluzione che cercavo”. Avrò cura di te funziona perché lascia spazio anche al pessimismo prima di aprirsi alle possibilità. Ci sono anche se non si vedono. Diciamo sempre così quando pensiamo agli angeli. Gramellini e la Gamberale fanno invece parlare il proprio angelo, che diventa passaggio tra le due dimensioni in cui potersi rispecchiare e con cui potersi confrontare. Perché, come un buon amico, l’angelo rassicura pur dicendo la verità, veglia, protegge, controlla che non si vada fuori strada. Lo psicoterapeuta Charmet afferma che «gli angeli sono un’invenzione simbolica, il nostro doppio. Da bambini ci creiamo amici immaginari, poi ce le lasciamo alle spalle». Diventano amici veri e persone amate, figure reali. Un po’ bambini, però, rimaniamo sempre, e sempre avremo bisogno di amici immaginari, eroi o angeli custodi.

ISBN
9788830436688
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.