Si è conclusa anche l’edizione 2015 del Festival di Berlino. Orso d’oro a miglior film a Taxi dell’iraniano Jafar Panahi, dissidente costretto agli arresti domiciliari e a cui il regime ha impedito di lavorare. Il premio è infatti stato ritirato dalla nipotina, particolarmente emozionata, mentre la moglie del regista era tra il pubblico (tuttavia, non può rilasciare né dichiarazioni né interviste). Nel film di Panahi c‘è appunto un taxi a Teheran, guidato dallo stesso regista, in cui salgono decine di passeggeri, ognuno dei quali con una storia da raccontare.
Orso d’argento Grande Premio della Giuria è andato al film cileno El Club di Pablo Larrain, sul tema dei preti responsabili di abusi sessuali sui minori.
Gli Orsi d’argento per migliore attore e attrice sono andati a Tom Courtenay e Charlotte Rampling, coprotagonisti in 45 Years di Andrew Haigh.
Orso d’argento per la migliore sceneggiatura per Il bottone di madreperla, un docufilm che denuncia lo stermino delle popolazioni indigene della Patagonia e i crimini del regime di Augusto Pinochet. A Ixcanul Volcano di Jayro Bustamante è andato l’Orso d’argento Premio Alfred Bauer. Orsi d’argento per la migliore regia vanno ex aequo al film romeno Aferim! di Radu Jude, un film sulla schiavitù fra gli zingari nella Valacchia nel diciannovesimo secolo, e al film di Malgorzata Szumowska, Body, incentrato su una ragazza anoressica.
Insomma, quest’anno la giuria ha optato per pellicole particolarmente impegnate, ignorando Terence Malick (Knight of cups), Werner Herzog (Queen of the desert), Peter Greenaway (Eisenstein in Guanajuato). Anche il nostro Vergine giurata non si è aggiudicato alcun premio, nonostante l’ottima accoglienza alla proiezione.