Angelina Jolie ritenta la carta da regista con Unbroken, film biografico sulla vita di Louis Zamperini. Anche se in questo caso, rispetto al solito, il regista è donna, la prospettiva è semplicemente identica a quella di tanti colleghi americani.
Louis Zamperini, classe 1917, atleta di livello olimpionico, specialista nei 5000m, partecipa alla seconda Guerra mondiale. Durante il conflitto finisce con il suo aereo in mare, dove trascorre decine di giorni da naufrago, prima di finire catturato dai giapponesi. Proprio durante la prigionia Zamperini dimostra tutta la sua grande forza di volontà, opponendosi alle angherie dei carcerieri, in particolar modo il crudele Watanabe. A guerra finita, Louis se ne ritorna a casa trionfante e con una gran dose di perdono cristiano nel cuore.
L’intento di Angelina Jolie era forse quello di raccontare la gran crudeltà della guerra e i danni psicologici e fisici che questa può causare. Ancor più, evidentemente, il suo obiettivo era di mostrare come una fede incrollabile, unita ad una tempra d’acciaio, possano sconfiggere qualunque difficoltà. Ecco la formula segreta per diventare grandi. Al di là dell’ovvietà dell’affermazione, la critica maggiore da fare al film riguarda l’impressione che lo spettatore ricava complessivamente: piattezza. E non mi limito soltanto a sottolineare come i giapponesi risultino i “cattivi” (per quanto si cerchi di salvare quest’impressione con un buonismo di fondo) mentre la controparte risulti parte “oppressa”.
La Jolie ha cercato di mostrare il volto della solidarietà ricorrendo a un sensazionalismo all’americana. Quando il mondo che ci circonda diventa disumano, non è una medaglia olimpica a renderci “eroi”: ogni eccezione si appiattisce nella norma della crudeltà. Un prigioniero è tale sia esso atleta o meno. E che sia la fede in qualcosa a salvarci, è un’ovvietà di cui forse Zamperini non è il massimo interprete. Angelina Jolie, in definitiva, ha realizzato un film completamente piatto, che non rende minimamente conto della poliedricità del caso Zamperini. Ad emergere soltanto è la fede, una fede incrollabile nella patria e nella provvidenza. E come sappiamo, sono proprio questi due concetti ad aver causato molti dei conflitti umani.