A Torino Eddie Redmayne parla di "La teoria del tutto"

«Un film d’amore», così l’attore Eddie Redmayne ha definito La teoria del tutto presentato in questi giorni al Torino Film Festival che lo vede protagonista nel ruolo difficile di Stephen Hawking, scienziato del cosmo tra i più importanti al mondo costretto su una sedia a rotelle a causa della Sla.

«E’ impossibile rapportarsi al genio – ha detto l’attore britannico diventato famoso con I miserabili – Ho cercato di rapportarmi alle emozioni umane, l’innamoramento, la complessità delle relazioni. E, per quanto abbia studiato le persone affette da SLA, è impossibile capire cosa significhi vivere davvero in quel modo».

Il film in uscita il prossimo 15 Gennaio, vede tra i protagonisti oltre a Redmayne anche Felicity Jones e Emily Watson. Dietro la macchina da presa il regista premio Oscar per Man on wire, James Marsh.

Il biopic, tratto dall’autobiografia della moglie di Stephen Hawkin, Jane, racconta la vita del grande scienziato, senza dimenticare la malattia che lo costringe tutt’oggi su una sedia a rotelle e le grandi scoperte da lui fatte sull’origine dell’universo e sui buchi neri.

Nel 1963 Stephen è un brillante studente di cosmologia presso la rinomata università di Cambridge. È determinato a trovare una «semplice ed efficace spiegazione» dell’universo ma, a soli 21 anni, riceve una diagnosi sconvolgente: una malattia del motoneurone lo lascerà con limitate capacità motorie e linguistiche, e solo due anni di vita. Nel frattempo si è innamorato di Jane, studentessa presso il medesimo ateneo: la donna non solo lo sposa, ma incoraggia Stephen a non arrendersi alla diagnosi e a terminare il dottorato. Così Stephen intraprende il suo più ambizioso lavoro scientifico, studiando esattamente ciò che a lui nella vita manca – il tempo.

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