Lasse Hallström – Buon compleanno Mr. Grape

La difficile storia tra gli Oscar e Leonardo DiCaprio era iniziata già a metà anni Novanta, con la nomination a miglior attore non protagonista per Buon compleanno Mr. Grape. Una pellicola che vale la pena di ricordare, non solo per l’eccellente performance del buon Leo: intanto, da menzionare è il regista, lo svedese Lasse Hallström, il quale, oltre a Buon compleanno Mr. Grape, ha diretto, tra gli altri, anche ChocolatLe regole della casa del sidro e L’ipnotista (è pure il regista di quasi tutti i videoclip degli ABBA e degli Ark). Poi, nella parte del protagonista, accanto a DiCaprio, troviamo Johnny Depp, in splendida forma e memorabile nella parte di Gilbert Grape.

buon-compleanno-mr-grape-01

Gilbert vive nella piccola cittadina di Endora insieme alla sua famiglia, di cui fa parte anche il fratello Arnie (DiCaprio), mentalmente ritardato e prossimo a diventare maggiorenne. Gilbert è un po’ il capo famiglia, dopo che il padre si è ucciso anni prima, fatto che ha gettato la signora Grape nella depressione: la donna, infatti, trascorre le sue giornate sul divano davanti alla tv, è obesa e totalmente incapace di prendersi cura dei figli. Gilbert, che lavora in un piccolo negozio a rischio chiusura a causa dell’imminente apertura di un nuovo supermercato, ha una relazione con una donna sposata e vive ad Endora una vita che non si è scelto, ma dalla quale non poteva, per senso di responsabilità, sottrarsi. Le cose cambiano quando in città arriva una ragazza (Juliette Lewis), di cui il protagonista s’innamora: Gilbert recupera i suoi sogni e la speranza di vederli realizzati, ma l’emancipazione dalla famiglia non sarà così semplice. Soprattutto c’è Arnie, che ha bisogno di lui, che gli vuole bene e che si caccia sempre in qualche pasticcio.

Perché consigliare la visione di Buon compleanno Mr. Grape? Perché è un film che fa bene al cuore, incentrato sul bisogno di amare ed essere amati e sull’importanza della famiglia, che da una parte può essere una grande rottura di scatole (se non una vera e propria maledizione), ma dall’altra è un autentico punto di appoggio nelle difficoltà, fatto di gente che ti conosce bene e che ti accetta per quello che sei. Ma c’è anche un altro motivo per cui la pellicola andrebbe vista, al di là dell’intensa e toccante storia e dell’ottimo cast: perché Gilbert Grape è l’esempio vivente (anche se solo al cinema) che la felicità, pur non essendo perfetta, esiste, ed è nelle piccole cose.

L’epilogo è il classico lieto fine che strappa un sorriso e per il quale essere grati, perché ogni tanto bisogna lasciare da parte la dura realtà e sperare che, come per Gilbert, anche le nostre aspettative per il futuro possano un giorno compiersi. In fondo, se non li abbandoni, i sogni non ti abbandonano, ma restano lì, un po’ nascosti, aspettando l’occasione giusta per svelarsi e realizzarsi.

SOSTIENI LA BOTTEGA

La Bottega di Hamlin è un magazine online libero e la cui fruizione è completamente gratuita. Tuttavia se vuoi dimostrare il tuo apprezzamento, incoraggiare la redazione e aiutarla con i costi di gestione (spese per l'hosting e lo sviluppo del sito, acquisto dei libri da recensire ecc.), puoi fare una donazione, anche micro. Grazie