New Order, Peter Hook distrugge il libro di Bernard Sumner

Una decina di giorni fa, Bernard Sumner ha pubblicato l’autobiografia Chapter and verse, in cui racconta la sua storia artistica intrecciandola con quella delle due grandi band che ha contrbuito a fondare e di cui ha fatto parte, Joy Division e New Order. Chi non ha gradito il libro è l’ex compagno Peter Hook, che con Sumner ha diviso il percorso artistico fino al 2007, quando abbandonò i New Order, che finirono con lo sciogliersi (salvo poi riformarsi, quattro anni dopo, senza di lui). Il bassista ha scritto una recensione molto dura di Chapter and verse per Billboard, in cui accusa il collega ed ex amico di «una deludente mancanza di rivelazioni e di precisione nei dettagli».

Hook (che l’anno scorso aveva pubblicato a sua volta il libro Unknown pleasures: inside Joy Division) ha definito il libro di Sumner «una vergogna, non solo per noi e i fan, ma anch per le libreria che non sapranno se mettere questo romanzo sotto lo scaffale del fantasy o della tragedia». Il musicista, che negli ultimi mesi, con la sua nuova band, i Light, ha suonato dal vivo per intero gli album di Joy Division e New Order, trova strano che dalla lettura del libro emerga come Sumner abbia discusso nella sua carriera solo con lui. Sumner «trascura che nel 1993 ebbe una lite con Steve [Morris] e Gillian [Gilbert] a proposito di un’intervista in cui i due avevano dichiarato di aver scritto la maggior parte di Republic [l’album dei New Order del 1993]. Bernard divenne furioso e rifiutò di parlare e lavorare di nuovo con loro. Litigava anche sempre con Rob [Gretton, il defunto manager dei New Order] – principalmente per quesitioni di denaro – e litigava spesso anche con Tony [Wilson, fondatore dell’etichetta Factory Records, anch’egli scomparso da qualche anno]. Eppure, secondo Chapter and verse, non ha mai litigato con nessuno tranne che con me. Andiamo, Barney…».

Nella sua recensione, Hook mette in dubbio la veridicità e l’affidabilità dei ricordi di Sumner. La parte del libro relativa ai Joy Division sembra «scritta con affetto», ma «vi ho riscontrato una deludente mancanza di rivelazioni e di precisione nei dettagli»; quella dei New Order è probabilmente peggio. «Alcune delle storie raccontate hanno scioccato anche me. In una di queste, Bernard dice che, durante la registrazione di Sirens [Waiting for the sirens’ call, 2005] ai Real World Studios, avrei litigato con Peter Saville [a lungo art director della band] definendolo un “parassita”. Quando ho letto il passaggio, non me ne ricordavo, e allora ho telefonato a Peter. “Pete, mi spiace davvero se l’ho fatto, ma non me ne ricordo”, e lui mi ha risposto “No, non lo ricordo neppure io. Non è accaduto e ti dico io il perché. Se avessimo litigato, avremmo dovuto fare pace, e di questo mi ricorderei sicuramente”. Da quel momento – scrive Hook – per me Bernard è diventato un testimone davvero inaffidabile».

Morale: secondo Hook, Chapter and verse è stato scritto solo per «giustificare l’impossessamento del nome e degli asset commerciali dei New Order nel 2001, un’azione per me illegale e contro la quale sto ancora combattendo. È quasi un mezzo per convincere se stesso, i fan o persino me che aveva il diritto di farlo».

L’articolo completo di Hook potete leggerlo qui. Sotto, uno dei classici dei New Order, True faith:

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