Recalcati: i figli dopo il tramonto dei padri

Tutti (o quasi) sanno che Telemaco è il figlio di Ulisse, eroe a Troia e poi protagonista dell’Odissea. Il figlio che osservò a lungo il mare, in attesa del padre, di ritorno dalla guerra, mentre la sua isola, Itaca, veniva occupata dai Proci. Nel suo libro, Il complesso di Telemaco, edito nel 2013 da Feltrinelli e da oggi riproposto nelle librerie in Universale economica, lo psicoanalista Massimo Recalcati prende ad esempio questo giovane, il quale «prega affinché il padre ritorni, ponendo in questo ritorno la speranza che vi sia ancora giustizia per Itaca», in contrasto con un’altra figura importante della mitologia, quella di Edipo, legato al padre da un rapporto conflittuale.

Edipo è il figlio che sposa la madre e, con lei, genera EteoclePoliniceAntigone e Ismene. Ma c’è anche Narciso, innamorato della propria immagine, simbolo di una generazione alla deriva, esattamente come quella dei genitori, i quali, non volendo crescere e smettere così di essere giovani, lasciano la prole senza punti di riferimento adulti. Recalcati sostiene che si è passati da una generazione di Edipo (governata dal senso di colpa e quindi volta al sacrificio) all’Anti-Edipo della generazione sessantottina, fino alla generazione Narciso. Telemaco, da parte sua, è il giusto erede: non è un figlio che si aspetta dogmi o modelli di comportamento imposti dall’autorità paterna, quanto piuttosto è in attesa di un’esperienza concreta, che indichi una strada da percorrere. I figli non cercano più modelli ideali, ma padri, forse imperfetti, tuttavia «capaci di testimoniare, appunto, come si possa stare in questo mondo con desiderio e, al tempo stesso, con responsabilità», un genitore «radicalmente umanizzato e vulnerabile, incapace di dire qual è il senso ultimo della vita ma capace di mostrare, attraverso la testimonianza della propria vita, che essa può avere un senso».

La richiesta di un “senso”, dice Recalcati, è fondamentale soprattutto per le generazioni di oggi, figlie «della crisi, della disoccupazione e dell’individualismo»: «Telemaco rappresenta il modo giusto di ereditare», ha spiegato Recalcati, «perché non indica cosa ereditare». Essere il giusto padre significa «non avere progetti sui propri figli, non esigere che diventino ciò che le nostre aspettative narcisistiche si attendono, ma significa anche trasmettere alle nuove generazioni la fede nei confronti dell’avvenire, la fede verso la loro capacità di progettare il futuro». Infine, come si diventa eredi giusti? E cosa davvero si eredita se un’eredità non è fatta né di geni né di beni, se non si eredita un regno? Il libro di Recalcati tenta una risposta a tutte queste domande.

[fonte citazioni la Repubblica]

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