Samuele Bersani: «I reality non rendono felici»

In un’intervista a Repubblica, Samuele Bersani ha detto la sua sui reality show. E non si tratta di un giudizio lusinghiero. Il cantautore bolognese, che ad ottobre festeggerà i suoi 44 anni, ha sottolineato come tramissioni come X-Factor siano utili per la promozione ma «non ti rendono felice”, e alla fine «vieni lasciato solo».

«Se avessi la metà dei miei anni non credo proprio che lo farei», racconta Bersani. «Questi show ti promuovono, magari, ma non ti rendono felice. E dopo un po’ non ti si ricorda più nessuno, dopo la fiammata iniziale vieni lasciato solo”. Il punto, sottolinea il musicista, che l’anno scorso ha pubblicato il disco Nuvola numero nove, è che rispetto ai suoi esordi, ad inizio degli anni ’90, è cambiata la figura del cantautore. «Lo spirito allora era quello di raccontare le cose, non di mettere la faccia in apparizioni pubbliche e televisive. Adesso è cambiata la tematica del racconto, forse ora il termine cantautore va inteso in senso letterale ed è il nome che si dà a chi scrive quel che canta. Ecco – spiega Bersani -, mi dispiace che si sia persa la voglia di raccontare il mondo in un’epoca di selfie, cioè di fotografie di se stessi fatte da se stessi. Io ho la fortuna di averla ancora, di guardarmi intorno, e questo mestiere è sempre meraviglioso».

Nell’intervista, Bersani ricorda i suoi inizi e l’incontro con Lucio Dalla, che lo scoprì. «Quando lo incontrai mi diede subito una piccola mensilità per le prime cose che scrivevo. Oh, erano 300mila lire, ma a inizio anni 90 mi pareva una gran cifra, ci pagavo mezzo affitto a Bologna». L’intervista integrale a Bersani potete leggerla qui.

Il video di En e Xanax, brano contenuto su Nuvola numero nove:

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