35 milioni di dollari, ma neppure un centesimo andrà ai figli. Nel suo testamento, aperto di recente, Philip Seymour Hoffman, l’attore scomparso lo scorso 2 febbraio, ha lasciato tutto il suo patrimonio alla compagna, Marianne O’ Donnell, e nulla ai loro bambini, Cooper, Tallulah e Wilda.
Il motivo della scelta riguarda l’educazione dei tre figli. Hoffman desiderava che i tre si costruissero una propria vita professionale e non che diventassero dei «trust fund kids», dei ragazzini che campano grazie alla fortuna accumulata da papà. Per questo stesso motivo, le sue ultime volontà, svelate dal New York Post, stabiliscono che Cooper, Tallulah e Wilda crescano in una città a scelta tra New York, Chicago e San Francisco, ritenute dall’attore realtà stimolanti culturalmente e professionalmente.
La decisione di Hoffman, ovviamente, non è stata facile neanche sotto il piano economico: nominando la compagna come erede, i 35 milioni del patrimonio si assottiglieranno fino a 20 a causa delle tasse. In questo caso, infatti, si applica l’aliquota più alta, perché l’attore e Marianne O’ Donnell non erano sposati. Con un “trust found” intestato ai figli, invece, il risparmio in termini fiscali sarebbe stato certamente maggiore. Hoffman, però, ha scelto di non derogare ai suoi principi.
Di recente, pure Sting si è espresso lungo questa linea: anche i suoi figli non erediteranno un penny del suo patrimonio, ma dovranno lavorare e contare solo sulle loro capacità. In passato, dello stesso avviso si era rivelato anche Bill Gates, fondatore e proprietario di Microsoft.
Hoffman è stato trovato morto nel suo appartamento lo scorso 2 febbraio. Secondo l’autopsia, è rimasto vittima di un un’overdose accidentale di eroina, cocaina, benzodiazepine e anfetamine. Oggi avrebbe compiuto 47 anni. Leggete il nostro speciale sull’attore a questo link.