Addio a Johnny Winter, uno dei grandi del blues

Si è spento all’età di 70 anni Johnny Winter, autentica leggenda del blues rock. Il chitarrista americano sarebbe scomparso ieri. La notizia è stata diffusa dalla moglie del compagno di band Rick Derringer, Jenda.

Winter era nato a Beaumont, Texas, nel 1947. Aveva iniziato a suonare sin da bambino assieme al fratello Edgar, musicista anch’egli e come lui albino. La prima incisione di Jonny su disco risale all’età di 15 anni, quando pubblicò il singolo school day blues con la band Johnny and the Jammers. Nel 1968, l’incontro cruciale con Mike Bloomfield, il quale lo invitò a suonare durante un suo concerto con Al Kooper al Fillmore East di New York: Winter suonò It’s my own fault di B.B. King e fu un trionfo, al punto tale che dei rappresentanti della Columbia che erano al concerto lo misero sotto contratto.

Qualche mese più tardi arrivò il suo primo disco, The progressive blues experiment, in cui mise in evidenza tutte le sue straordinarie abilità di chitarrista. L’album fu un successo, e fu seguito da altri due lavori come Johnny Winter e Secon Winter, pubblicati entrambi nel 1969. Nel periodo della release di Johnny Winter and (1970), il musicista ebbe problemi di eroina: riscì però a disintossicarsi e a ritornare, nel 1973, alla musica.

Nel corso degli anni, Winter continuò a pubblicare dischi e a suonare in tutto il mondo, dedicandosi anche alla produzione: lavorò soprattutto con Muddy Waters, il suo idolo di sempre, per il quale collaborò a Hard againi (1977), I’m ready (1978), Muddy “Mississippi” Waters live (1979) e King bee (1980).

La carriera di Winter non si era arrestata neppure negli ultimi anni, quando una malattia l’aveva costretto sulla sedia a rotelle. Proprio di recente aveva annunciato la pubblicazione di un nuovo disco, Step back, in uscita il 2 settembre, alle cui session hanno preso parte Eric Clapton, Billy Gibbons degli ZZ Top, Joe Perry degli Aerosmith e Joe Bonamassa.

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