Jhumpa Lahiri – La moglie

The Lowland (la pianura) è il titolo originale. La moglie nella versione italiana del romanzo di Jumpha Lahiri, affermata autrice statunitense di origini bengalesi, ed è chiara allusione al luogo metaforico e nello stesso tempo ancorato a una precisa realtà storica, che tiene prigioniero chi vi è nato e ha cercato di fuggirne andando a vivere altrove. La piana indogangetica allagata dai monsoni rappresenta la fatalità tragica di tutti i personaggi del libro, ciò che li tiene avvinti gli uni agli altri al di là della vicinanza geografica o affettiva e persino al di là della morte: la palude, affollata di poveri in cerca di cibi commestibili, su cui si affaccia la casa della famiglia Mitra a Calcutta designa i confini invisibili che i due fratelli Mitra e Guari, moglie prima dell’uno e poi dell’altro, non riusciranno mai a varcare, anche quando si stabiliranno in un altro continente.

In quell’acquitrino collocato in un sobborgo della “fatiscente metropoli” indiana ha origine l’evento scatenante di un dramma che coinvolge più generazioni: l’India è da poco un Paese indipendente, ma lì la miseria millenaria di un popolo impietosamente visibile fa scattare la molla che porta uno dei due fratelli, Udayan, ad aderire a un gruppo di terroristi maoisti fino all’arresto e alla fucilazione. La scena drammatica dell’esecuzione del giovane è il trauma che si riverbera sui vecchi genitori, sul fratello, Subhash, sulla moglie, Gauri, e sulla loro figlia, Bela, nata nel Rhode Island: l’universo che ciascuno di loro riesce a costruire attorno a sé ha caratteristiche diverse, ma le fondamenta sono lì, solide, incrollabili. A sentirne il peso è soprattutto Guari e di riflesso la di lei figlia Bela abbandonata dalla madre bambina: il bisogno di fuga da qualunque luogo che le anima è odio di sé, è bisogno di annullarsi nello studio della filosofia per la madre e nella maniacale cura della natura per la figlia.

Jumpha Lahiri puntella il complesso mondo intimo dell’umanità in esilio da se stessa su descrizioni dettagliate di luoghi e contesti, che ricordano il romanzo dell’800 alla Balzac: uno stile classico dunque, lucidamente attento a mantenere un perfetto equilibrio fra ciò che l’individuo vede e sente e ciò che introiettato diventa sofferta esperienza interiore. Il lettore segue i percorsi dei personaggi nelle loro deviazioni continue, li abbandona per seguire le strade di altri quando si smarriscono e li ritrova cresciuti, diversi. La via della conoscenza di sé è più tortuosa che limpida.

ISBN
9788860880413
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