Per Alessandro Robecchi Milano bisogna guardarla in basso «dove i seminterrati si riempiono di traffici, magazzini, laboratori», oppure in alto «dove i palazzi del primo Novecento sono cresciuti come per levitazione». In quello spazio, tra basso e alto, si svolge la sua storia, un giallo che si snoda tra delitti e un gruppetto di strani personaggi. Un conduttore televisivo abbandona tutto all’apice del successo: una sera si presenta a casa sua un tipo che lo vuole uccidere. Il conduttore si salva per miracolo, ma da quel momento in poi la sua vita si trasformerà in un inferno. A lui si aggiungono una coppia di zingari, due killer, dei collezionisti e contrabbandieri di cimeli nazifascisti e una serie di altri pittoreschi individui: Robecchi confeziona un libro che pare essere una commedia noir, piena di colpi di scene, coincidenze, paradossi e bizzarri scherzi del destino.
Questa non è una canzone d’amore, pubblicato da Sellerio, sarà disponibile dal prossimo 10 aprile nelle librerie. Robecchi è nato nel ’60 a Milano, ed è, oltre che scrittore, anche giornalista e autore televisivo. Scrive per Il Fatto Quotidiano, MicroMega, Style e Smemoranda. Dal 2007 è uno degli autori degli spettacoli di Maurizio Crozza, mentre dal 2008 conduce su Rai 3 Doc 3. Tra le sue esperienze precedenti, ricordiamo solo la sua attività di critico musicale su L’Unità e la collaborazione con Il mucchio selvaggio (dove si firmava con lo pseudonimo Roberto Giallo).