2 agosto 1980: stazione di Bologna, una bomba esplode, causando 85 morti e 200 feriti. Parte da qui Ultimo requiem, scritto a quattro mani da Mimmo e Nicola Rafele, padre e figlio, edito da Longanesi. I due raccontano un decennio di stragi, la scoperta della P2, Tangentopoli, il declino della Prima Repubblica e l’ascesa della Seconda, fino agli omicidi di Falcone e Borsellino. E ancora (e soprattutto) il rapporto tra lo Stato e le associazioni mafiose.
Un nuovo “romanzo criminale”, sulla scia di libri come quello di De Cataldo, o film come Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana. Carlo Settembrini è un commissario della questura di Bologna quando la bomba esplode alla stazione. Carlo indaga, ma si trova a fare i conti con qualcosa di più grande di lui. In quell’attentato ha perso la vita la donna amata da Sergio Russo, magistrato, da quel momento in poi guidato dalla sete di verità ma anche di vendetta. Infine, c’è Matteo, neo diciottenne, nato in una famiglia mafiosa.
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