È morto Manlio Sgalambro, filosofo noto al grande pubblico soprattutto per la sua ventennale collaborazione con Franco Battiato. Sgalambro aveva 90 anni.
Sgalambro era nato a Lentini, in il 9 dicembre 1924. Nel 1947 si iscrisse all’Università degli studi di Catania, alla facoltà di Giurisprudenza. Dopo la laurea iniziò a collaborare con il periodico Influenze, fondato da Antonio Corsano, e la rivistaTempo presente, diretta da Nicola Chiaromonte e Ignazio Silone.
Nel 1963, a 39 anni, si sposò, e per integrare il reddito proveniente dall’agrumeto che il padre gli aveva lasciato in eredità, inziò a dedicarsi alle supplenze e a complilare tesi di laurea. L’esordio letterario avvenne tardi, a 55 anni, con La morte del sole, edito da Adelphi.
Dal 1994, Sgalabro inizò un lungo rapporto di collaborazione con Franco Battiato. L’incontro era avvenuto casualmente l’anno prima, in occasione della presentazione di un volume di poesie dell’amico comune Angelo Scandurra: pochi giorni dopo, Battiato gli aveva proposto di scrivere il libretto dell’opera Il cavaliere dell’intelletto. Con Battiato, Sgalambro ha firmato i testi di album come L’ombrello e la macchina da cucire, L’imboscata, Gommalacca, Ferro battuto, Dieci stratagemmi, Il vuoto e Apriti sesamo, e in più la sceneggiatura dei film Perduto amor, Musikanten e Niente è come sembra, diretti da Battiato.
Aveva scritto canzoni anche per Patti Pravo, Alice, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Milva e Celentano. Nel 2000, Sgalambro aveva pubblicato l’album Fun club, con cover di La vie en rose, Moon river e Me gustas tu. Il disco era stato prodotto da Franco Battiato.
Il suo ultimo libro, Variazioni e capricci morali, è stato pubblicato da Bompiani l’anno scorso.