Abdel Kechiche, il regista del chiacchierato La vita di Adele, è al lavoro su una nuova pellicola. Si tratta di un adattamento della vicenda di Eloisa e Abelardo, una storia d’amore (vera) ambientata nel XII secolo: da una parte Abelardo, un insegnante di teologia, dall’altra Eloisa, sua allieva. I due si sposarono dopo che lei rimase incinta, ma la situazione fu molto complicata, anche perché Abelardo, oltre che insegnante, era pure un chierico.
«Sarà un film sul pensiero libero, sulla rivolta contro l’ordine stabilito. È arrivato decisamente il momento che faccia solo questi film. Appena apro la bocca, faccio un qualsiasi gesto, diventa un affare nazionale. È triste che detesti di dovermi rimettere al lavoro, ma sono anche molto eccitato a l’idea di realizzare questo film» ha commentato il regista.
Con tutta probabilità, con le sue dichiarazioni Kechiche si riferiva ad alcune critiche che gli sono state mosse da parte dei colleghi, i quali lo hanno accusato di aver sfruttato il lavoro delle sue attrici in La vita di Adele. Queste ultime (ossia Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos) hanno denunciato il maniacale perfezionismo del cineasta, che le costringeva a ripetere innumerevoli volte le scene di sesso, una prassi che le due ragazze hanno definito umilanti e imbarazzanti.
La risposta di Kechiche non si è fatta attendere, soprattutto nei riguardi della Seydoux, la quale, a differenza della collega, non ha certo dimostrato molta diplomazia nelle accuse: «La Palma d’oro non è stata che una breve parentesi di felicità. Successivamente mi sono sentito umiliato, disonorato, ho sentito respinta la mia persona in una maniera che vivo come una maledizione […] Se l’esperienza è stata così traumatica perché a Cannes ha dispensato sorrisi e abbracci, trascorrendo molto tempo a provare vestiti? Cos’è, un’attrice o un’artista da galà?».
Peccato che a pensarla in negativo siano stati anche parecchi addetti ai lavori. Forse per questo agli ultimi César il film ha perso in tutte le categorie in cui era candidato, con la sola eccezione di Adèle Exarchopoulos, premiata come migliore attrice emergente.