John Lee Hancock – Saving Mr. Banks

Walt Disney è il personaggio cinematografico del 2014. Diversamente non si può dire, con ben tre pellicole incentrate su di lui e in uscita quest’anno: se da una parte incontriamo Walt before Mickey di Ari Taub, basato sull’omonimo romanzo di Timothy Susanin, e As dreamers do di Logan Sekulow (e non dimentichiamo anche il documentario tutto italiano Walt Disney e l’Italia. Una storia d’amore di Marco Spagnoli), oggi vogliamo parlare anche di Saving Mr. Banks, divertente pellicola con protagonisti Tom Hanks e la sempre bravissima Emma Thompson.

I due interpretano rispettivamente Disney e la scrittrice Pamela Lyndon Travers, autrice del fortunato Mary Poppins, che diventerà un film negli anni Sessanta, con Julie Andrews nella parte della bambinaia dei pargoletti Banks. La pellicola di John Lee Hancock parla proprio del rapporto che si crea tra l’autrice e Disney, impegnati a discutere la possibilità di una trasposizione al cinema di Mary Poppins, pubblicato nel ’34: non è un confronto facile, perché la donna non è assolutamente disposta a cedere ad alcun compromesso che snaturi la sua opera. Da parte sua, Disney ha i suoi (ottimi) motivi per voler portare sugli schermi proprio il personaggio della Poppins.

(Emma Thompson e Tom Hanks)

Film riuscito, vuoi per l’accoppiata vincente Hanks-Thompson, vuoi per la miscela di buoni sentimenti, che, però, non sono sinonimo di sentimentalismo, almeno non nel senso più stucchevole del termine. Semmai, Saving Mr. Banks ci porta indietro, ai tempi della nostra infanzia, quando lo spazzacamino Bert intonava le sue canzoni e Mary Poppins arrivava volteggiando in cielo, sospinta dal vento dell’Est. Ma questo è anche un racconto di dolore, dove l’infanzia non è solo un giardino fiorito, ma anche luogo di memorie dolorose: è il caso della Travers, il cui vero nome è Helen Lyndon Goff, che scrive Mary Poppins da adolescente, come valvola di sfogo rispetto a una situazione famigliare opprimente e triste. Quel “Travers” è in memoria del padre, Travers Robert Goff, morto giovanissimo.

Saving Mr. Banks è fedele al motto su cui si basa l’intera impresa Disney: se puoi sognarlo, puoi farlo. Si può anche recuperare un’infanzia perduta, magari trasformandola in opere immortali, in pellicole d’animazione eterne per intere generazioni avvenire, o avventure fantastiche consegnate alla carta stampata. Nel film di John Lee Hancock non c’è spazio per il dramma allo stato puro, quanto piuttosto per una sorta di magia che caratterizza tutte le storie fantastiche, perché con l’immaginazione è davvero possibile evadere dalla realtà, creandone una alternativa, per rendere, se non perfetta, almeno più sopportabile quella concreta. In fondo, basta un poco di zucchero e la pillola va giù.

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