Venerdì scorso è stata allestita a Palazzo D’Accursio a Bologna la camera ardente per Roberto Freak Antoni, lo storico leader degli Skiantos scomparso di recente. A rendere omaggio al cantante c’erano tanti “colleghi”: Elio e Rocco Tanica degli Elio e le Storie Tese, Samuele Bersani, Luca Carboni, Federico Poggipollini, Gaetano Curreri, Claudio Lolli, ma anche attori come Fabio De Luigi e Giorgio Comaschi, e la giornalista (e compagna d’università) Milena Gabbanelli.
Non sono mancati anche i personaggi del mondo dello sport, con i giocatori della Fortitudo, che hanno lasciato un pallone autografato sotto il feretro, mentre i giocatori del Bologna Calcio, nel riscaldamento prima della partita contro il Milan, hanno indossato una t-shirt con su scritto “Ciao Freak”.
Soprattutto, però, alla camera ardente c’era anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, il quale ha accolto la proposta dello storico chitarrista degli Skiantos, Dandy Bestia (all’anagrafe Fabio Testoni) di organizzare un concerto per ricordare Freak il prossimo 16 aprile, il giorno in cui il cantante avrebbe compiuto 60 anni.
«Certo che faremo un concerto per Freak», ha detto il sindaco, il quale non ha escluso la possibilità di intitolare ad Antoni anche una strada o un giardino. «Freak s’è stufato e se n’è andato, e siamo rimasti solo noi – ha detto Merola -, quelli che una volta ha definito il suo “pubblico di merda”». «La sfiga ci vede benissimo – ha proseguito il primo cittadino -, e con lui la sfiga ha ingaggiato una battaglia epocale, ma alla fine Freak ha vinto: ce l’ha lasciata in eredità. E senza di lui adesso vi confesso che mi sento io lo sfigato e so che non sarò mai bravo come lui a domarla».
Nella camera ardente erano presenti anche l’ultima compagna del cantante, Alessandra Mostacci e la figlia Margherita, 15 anni, che ha ricordato il padre così: «Viveva sul palco era il suo lavoro, e io per questo tante volte un po’ l’ho odiato, ma ora ho capito: come tanti, a mio padre capitava spesso di essere triste, e ognuno colma il vuoto a modo suo, lui lo faceva con droga, concerti, amori improbabili». «Era un infelice e un irrequieto – ha proseguito Margherita -, ma era un grande perché gridava di non accontentarsi e urlava la sua felicità. Se Dio ci deve delle spiegazioni, speriamo che adesso gliele dia».
«È una perdita in termini umani», gli ha fatto eco Samuele Bersani. «L’ho incontrato tante volte, l’ultima in un supermercato prima di Natale e ho capito che non stava per niente bene. Anche se lo sapevo». «Mi dispiace, mi dispiace molto, è una perdita in termini umani ed è molto sentita. Mi dispiace anche che ultimamente mi ritrovo sempre qui», ha aggiunto, e il riferimento è alla scomparsa di Lucio Dalla due anni fa: la camera ardente fu allestita sempre a Palazzo D’Accursio. «Questa città sta diventando quella delle bandiere a mezz’asta», ha concluso Bersani.
O «un mondo d’ipocriti», come sottolinea polemicamente la compagna di Freak, Alessandra Mostacci, che se l’è presa con qualcuno di quelli venuti a rendere omaggio ad Antoni, in primis Elio: «Viene qui a piangere e a baciare la bara quando da tanto non si faceva sentire. Per Sanremo 2012 gli abbiamo addirittura proposto una canzone Però quasi, lui ha prima accettato entusiasta la nostra idea, per poi farci liquidare dal suo manager. Da lì non l’abbiamo più sentito. Quanta ipocrisia in questo mondo». La Mostacci se l’è presa anche con il produttore Oderso Rubini, che ha allestito la camera ardente: «Non hanno fatto ascoltare nemmeno una canzone al piano, sul maxi schermo non è passata neanche un’immagine recente. È come se avessero cancellato questi ultimi 13 anni di Freak, il tempo passato con me».
Ecco uno dei classici degli Skiantos, Eptadone: