Essere figli d’arte, si sa, può essere molto difficile. Non sono in molti quelli che sono riusciti a non farsi schiacciare dal cognome dei genitori e a sviluppare una carriera ricca di soddisfazioni personali (vengono in mente Sofia Coppola e Rufus Wainwright, tra gli altri). Tra questi, almeno fino ad oggi, non c’è stato Cristiano De André, figlio del grande Fabrizio.
Musicista anche lui, Cristiano in passato ha avuto un bel daffare con le conseguenze dei suoi demoni: alcool, droga, l’arresto per le percosse alla compagna, una recente crisi di nervi (anche questa provocata dal bere). Ora, De André ci riprova: sarà in gara al prossimo Festival di Sanremo, dove presenterà Invisibili (scritta con Fabio Ferraboschi) e Il cielo è vuoto (firmata da Diego Mancino e Dario Faini con il suo contributo).
«Oggi mi rendo conto che la Genova degli anni 70 non c’è più. L’eroina, come l’alcol, hanno screditato le giuste lotte di quei tempi», spiega De André a TgCom24. Invisibili racconta proprio di questo: «La mia città, quando avevo 20 anni, era affascinante, bella, viva. Poi sono cambiate un sacco di cose sull’onda degli scontri sociali, generazionali. Molti di noi non accettavano le ipocrisie della morale. Io sono stato fortunato perché mio padre era di larghe veduto ma i genitori dei miei amici no».
L’altra canzone, Il cielo è vuoto, è invece «un incoraggiamento a dipingere il proprio cielo. Dobbiamo parlarci con l’anima. Il parlare per parlare non mi interessa. Ci stiamo nascondendo tutti, stiamo nascondendo le cose più belle che abbiamo: le nostre paure e la nostra vergogna, che poi sono la nostra bellezza».
Nella serata di venerdì 21, denominata “Club Sanremo” e dedicata alla rilettura dei grandi classici della canzone d’autore italiana, Cristiano proporrà un pezzo del padre, Verranno a chiederti del nostro amore (1973). «È una canzone a cui sono particolarmente legato – racconta il musicista -. Avevo dieci anni e venni svegliato da mio padre che alle cinque del mattino in salotto cantava questa canzone dedicata a mia madre [Enrica “Puny” Rignon, n.d.r]. Lei è scoppiata in un pianto commosso e io ero lì a osservarli. La proporrò in maniera essenziale: voce e pianoforte».
De André ritorna a Sanremo a distanza di 11 anni dalla prima volta. Invisibili e Il cielo è vuoto sono stati prodotti da Davide Rossi, che ha curato anche l’arrangiamento degli archi e dirigerà per la prima volta anche l’orchestra del Festival di Sanremo durante le performance di De André. I brani, inoltre saranno inseriti nella riedizione dell’ultimo album del cantautore genovese, Come in cielo così in guerra, che uscirà il 20 febbraio.
Ma i progetti per il futuro non sono finiti: in cantiere ci sono un tour, un’opera rock d’amore in 4 atti, un film («sto trattando con un produttore», rivela Cristiano) e infine un’autobiografia. La sensazione, insomma, è che a 52 anni il cognome De André pesi finalmente meno.
Il video di Non è una favola, primo singolo estratto da Come in cielo così in guerra, pubblicato l’anno scorso: