Ve le ricordate le t.A.T.u., il duo pop russo composto da Lena Katina e Julija Volkova, che nel 2002 ottenne un grandissimo successo in tutto il mondo grazie al singolo All the things she said e soprattutto alla sbandierata omosessualità delle due cantanti? Bene, il gruppo è stato scelto per aprire la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali in Russia, a Sochi, in programma oggi alle 17 (ora italiana).
A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca, diceva qualcuno, e di fronte alla notizia non si può non pensare che le t.A.T.u. siano state scelte dai maggiorenti russi per mettere a tacere le recenti polemiche della Federazione locale contro i gay. Konstantin Ernst, direttore generale della televisione di Stato Primo Canale e soprattutto uomo di Putin, in conferenza stampa ha smentito, spiegato che le Lena e Julija sono state scelte semplicemente perché si tratta di uno dei pochissimi gruppi musicali russi ad aver ottenuto un successo internazionale.
Sarà. Vale la pena ricordare che le t.A.T.u. sono un prodotto sviluppato a tavolino da Ivan Šapovalov, ex-psicologo ed operatore di marketing, in seguito diventato manager e produttore discografico della band. Il duo, che ha all’attivo tre dischi (tra cui il debutto best-seller 200 km/h in the wrong lane) si era sciolto nel 2011 e si è poi riformato nel 2013.
Durante la cerimonia dei Giochi Olimpici, Lena Katina e Julija Volkova eseguiranno una delle loro hit, Not gonna get us (ovvero “non ci prenderanno”), tratta come All the things she said proprio dal primo album e scelta per il suo valore simbolico. Spiega Ernst: «Ognuno tra gli atleti conta sul fatto che non sarà raggiunto dagli avversari, e dunque servirà da incoraggiamento».
In generale, quello dei diritti degli omosessuali, soprattutto in Russa, è un problema particolarmente urgente, che i giochi di Sochi hanno clamorosamente messo in risalto. Il Canadian Institute of Diversity and Inclusion ha lanciato per questo una campagna di sensibilizzazione contro le discriminazioni sessuali proprio in occasioni delle Olimpiadi. Il video è diventato virale in pochi giorni: