Kuruvilla Milano fin qui tutto bene

Gabriella Kuruvilla – Milano, fin qui tutto bene

Gabriella Kuruvilla in Milano, fin qui tutto bene mostra il disagio di chi cerca o non riesce a definire la propria identità. Sono quattro le voci che si raccontano. Quattro i modi di camminare, ognuno in una diversa zona di Milano. Quattro le traiettorie umane che procedono solitarie e si incontrano soltanto di sfuggita attraverso la congiunzione creata da alcuni oggetti che passano da una casa all’altra.

C’è Anita, padre indiano e madre italiana, che si lascia attraversare dalla vita senza riuscire a trattenerla. Si esprime usando proverbi e citazioni altrui perché ha difficoltà a trovare le proprie parole. Non si sente completa, intera, e anche quando percorre la sua via, via Padova, è divisa tra il piacere di essere nell’unico luogo in cui si sente accolta e la paura di perdersi definitivamente in quell’amalgama babelico. C’è Samir, un giovane egiziano, che mentre attraversa viale Monza con Laura, scorgendo la possibilità di una vita ed una Milano diverse da quelle da lui conosciute, riflette sulla difficoltà di integrarsi, prima ancora che con il prossimo, con se stessi. C’è Stefania, artista milanese, che guarda gli altri per evitare di guardarsi. Passeggiando in via Sarpi si confronta con il cambiamento dei luoghi che hanno ormai perso la loro fisionomia originaria e cerca, rientrando in sé, di affrontare quello della sua vita. E poi Tony, che arriva da Scampia e vive con la sua famiglia a Corvetto, da cui ha deciso di andare via. Cammina per il quartiere con la musica nelle orecchie per riempirsi di ricordi ed ancorare il passato al presente e poterlo portare con sé in un luogo nuovo.

I personaggi della Kuruvilla si spostano soprattutto a piedi, osservano, fanno incontri ed è come se, con il loro percorso, scrivessero la loro storia sul foglio della città. Il perimetro spaziale in cui si muovono influenza e determina i loro aspetti identitari. I microcosmi e le microcomunità diventano le forme di resistenza cui l’individuo ritorna per non disperdersi nella metropoli. Ma questo tipo di legame è ambivalente e le trasformazioni sociali si rispecchiano nelle architetture e nelle attività commerciali dei quartieri. Abituare gli occhi e gli animi a queste nuove geografie cittadine è necessario perché è il nostro nuovo presente. Il continuo confronto con l’alterità insegna a mettersi costantemente in discussione e a lavorare di sottrazione, rinunciando alla sicurezza di certe categorie, perché «si perde sempre qualcosa per lasciare spazio ad altro».

ISBN
9788842099581
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