Valeria Golino nei panni di Armida Miserere

È stato presentato fuori concorso a Roma Come il vento, di Marco Simon Puccioni, con protagonista Valeria Golino.

Il film (in arrivo nelle sale il 28 novembre) trae ispirazione dalla vita di Armida Miserere, una delle prime donne direttrici di carceri in Italia.

La famiglia della Miserere era originaria di Casacalenda, nel molisano. Laureata in criminologia, iniziò la sua carriera nel carcere di Parma, a cui seguirono, tra gli altri, i penitenziari di Voghera, Pianosa, l’Ucciardone. Negli anni Ottanta, in particolare, si ritrovò a combattere in prima linea la guerra contro la criminalità organizzata, al tempo dei contrasti più forti tra mafia e Stato.

Fedele alla linea per il cui il detenuto andava di certo rieducato (per poi essere reinserito nella società), ma che un carcere era soprattutto un luogo dove scontare una pena e non un hotel, la Miserere si costruì la fama di donna dal pugno di ferro, temuta e rispettata. Tuttavia, la sua vicenda privata e quella pubblica finirono per intrecciarsi drammaticamente: nel 1990 il suo compagno (nel film interpretato da Filippo Timi) venne ucciso in un agguato camorristico a Milano. L’omicidio è rimasto per anni senza colpevoli, nonostante la stessa Miserere avesse comunicato fin da subito i nomi di possibili sospetti. Solo nel 2001, durante un maxiprocesso contro la camorra a Milano, vennero individuati dei nomi, mentre il rinvio a giudizio alla Corte d’Assise fu fissato per il maggio 2003. Ma ad aprile di quell’anno, la Miserere si uccise con un colpo di pistola.

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