James Wan – L’evocazione. The conjuring

James Wan ci riprova. Prese le distanze dal gore truce del primo Saw, di cui fu l’artefice (sapete con chi prendervela), con The conjuring il regista malese punta, come con il precedente Insidious (2010), sul sovrannaturale spinto, quello più classico: la casa infestata. La differenza – sostanziale – è che stavolta ha fatto centro.

L’evocazione – The conjuring s’ispira ad uno dei casi affrontati, negli anni ’70, dalla coppia di investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren, in seguito anche impegnati nelle indagini sui fatti di Amityville (da cui poi è stata tratta una serie di film). Al centro della sceneggiatura di Chad e Carey Eyes una famiglia, i Perron, che nel 1971 si trasferisce con i cinque figli in un casale di Harrisville, Rhode Island. Non ci vuole molto per capire che il soggiorno sarà tutt’altro che tranquillo: dopo 24 ore, il cane, che il giorno prima si era rifiutato di entrare in casa, viene trovato morto, e la moglie, Carolyn, al risveglio ha sul corpo un misterioso livido. Nelle settimane seguenti la situazione precipita, con tanto di attacco da parte di uno spettro: i Perron, allora, decidono di rivolgersi ai Warren.

La casa, si scopre, è infestata da una strega, suicidatasi anni addietro, ma non prima di maledire tutti i futuri abitanti della sua dimora. The conjuring si concentra allora sul complicato esorcismo che dovrà restituire la serenità ai Perron, e lo fa in maniera intelligente, evitando lo splatter e l’effettismo e scegliendo, invece, i trucchi vecchia scuola: i silenzi, gli scricchiolii, le lunghe riprese. Il risultato è quello di cui mancano Saw e cloni: paura, non semplice shock. A Wan, insomma, stavolta interessano i meccanismi della suspence, del brivido: ovvio che il passo, qua e là, sia un po’ hitchockiano (con le debite proporzioni, ovviamente). Non solo, però, perché The conjuring attinge a tutta una serie di fonti, in realtà assai facili da identificare: L’esorcista, Poltergeist, La bambola assassina, lo stesso Amytiville horror (quello del 1979, non il remake del 2005). L’horror classico degli anni ’70/’80, insomma, che Wan omaggia con gusto, senza eccedere.

The conjuring non è uno di quei film che spostano l’ago della bilancia di un genere, ma ha un suo fascino, si lascia guardare, soprattutto distilla un’intensità difficile da riscontrare nei blockbuster horror odierni – perché questo è il film di Wan, un giocattolo costato 20 milioni di dollari e che ne ha incassati, in tutto il mondo, duecento in più. Inutile dire che Hollywood già pensa ad un franchise…

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