Rafael Reig – Quello che non c’è scritto

Prendere in mano questo libro, vuol dire perdersi in qualcosa che non vedi ma percepisci senza saperlo, qualcosa che leggi anche se non c’è scritto. La proiezione di paure e desideri, si trasforma in una storia, in cui l’autore è tra le righe e, creato dal lettore, nasconde tra le pagine messaggi in codice, minacce, vendette, riscatti e ricatti. Quello che non c’è scritto è l’esempio del potere della scrittura, della forza che Rafael Reig ha su ognuno di noi.

Un fine settimana qualsiasi, un ex marito, Carlos, che passa a prendere il figlio, Jorge, per portarlo in montagna. E poi Carmen, ex moglie delusa, madre premurosa e incuriosita da un dattiloscritto che Carlos le ha lasciato, con la speranza che lei lo legga. Poche pagine e la donna è immersa in un noir violento, che riapre vecchie ferite e sa di minacce. Carmen si perde tra le paure e quello che non c’è scritto, mentre Carlos e Jorge fanno i conti col gelo delle cose non dette. L’esperienza della lettura, in e con questo libro, diventa una droga, un vortice senza fine in cui vincono le sensazioni, in cui si rimane appesi al filo dell’equilibrio, e ai risvolti indesiderati dell’amore, delle domande senza risposta, dei sentimenti annullati di chi credeva d’essere eroe.

Con violenza, Reig ci svela un passato di fallimenti portandoci nell’intimità di ogni personaggio (percorrendo un sentiero di nostalgia e dolore); un’intimità nuda, cruda, perfino sessuale. Quel cammino è segnato da parole che si intrecciano come in un cruciverba: sgomento, collisione, perplesso, perduti, insonne, carogna, turbato, destino, incomprensione, separati, ostracismo, equivoco, ruffaraffa, fine. Un viaggio nella solitudine dei tre, che diventa conflitto, angoscia e paura. Proprio quella paura che a volte è meglio non conoscere, rimpiazzarla con rabbia e desiderio, dolore e rimorso. In questo perfido gioco Carmen sta leggendo i suoi timori o quelli di Carlos? E il padre avverte i tremori di suo figlio o di sua moglie?

Sono queste ossessioni che bloccano i protagonisti, sospesi tra le ragioni e i sentimenti. Le parole d’ordine sono rincorsa e lotta. Per non toccare il fondo, per contendersi l’amore di un figlio, per ritrovare il proprio. Una guerra tra realtà e intelligenza. Questo di Reig è un capolavoro a due facce, un libro dentro un altro libro, un gioco del doppio, in cui di ogni storia personale viene a galla un “nascosto”, il lato buio delle cose. La scrittura serve a guardarsi dentro, a nascondere un senso tra le righe. Leggere è una ricerca, perfino di colpevolezza. Il romanzo si fa animale rabbioso da nascondere al mondo, da proteggere dalle verità.

Siamo accerchiati anche noi; tutto si muove lentamente come acqua in una diga, e aggrediti da ciò che non c’è scritto si aprono minacce e ferite. Carlos, Jorge e Carmen, leggendo di se stessi stanno leggendo gli uni degli altri. E noi, alla fine di tutto questo, cosa scopriremo?

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.