Joshua Ferris – Non conosco il tuo nome

Alla fine di questo libro fanno male le gambe. Si materializza un sentimento che è un misto di tristezza, malinconia, rabbia e soddisfazione. Non conosco il tuo nome, di Joshua Ferris (edito da Beat) è una bella esperienza di lettura. Una storia che ha decisamente fatto centro. Tim è un uomo attraente, ancora giovane e fascinoso, avvocato stimato. Un matrimonio solido, costruito a fatica negli anni, fatto di amore. Ad un certo punto Tim, si alza ed inizia a camminare, lontano. I piedi diventano macchine infernali che non si possono fermare, fanno chilometri e mettono distanze tra se e la famiglia, il lavoro, gli affetti, la vita. Una malattia che porta Tim a mettersi in marcia fino a crollare, sfinito, nel cuore della città, nei sobborghi, nelle periferie, negli angoli nascosti. La razionalità si mescola alla rabbia, dando vita al pensiero di soluzioni estreme contro un male per cui non sembra esserci cura.

Jane è donna complice, amica, compagna, moglie, madre. Un matrimonio e un legame solido, a fatica. Ad un certo punto Jane si sveglia e non trova più il suo uomo accanto; risponde al telefono e corre alla ricerca, lancia sguardi fuori dal finestrino in ogni angolo della città, nei sobborghi, nelle periferie. Ritrova ogni volta il suo compagno e lo riporta nel calore di casa, ogni volta per ricominciare, con amore, per tornare a conoscersi dopo ogni separazione. Una leggera rabbia non intacca la malinconia di un nodo che si sta sciogliendo, lentamente. Becka è la figlia di un legame solido che sta mandando in frantumi. Avverte rabbia per essere vittima della realtà. L’amore per la musica la aiuta, così come essere ribelle. Basterà una conversazione per scoprire o riscoprire un padre che non conosceva affatto, provare tristezza e capire che in fondo, i genitori, li sta perdendo entrambi.

Chilometri di vita, rapporti che nascono e muoiono. Ogni passo di Tim, ogni fuga, aumentano la distanza. Joshua Ferris ci sbatte in faccia il decorso di una malattia che è il simbolo di un legame sentimentale, in cui nessuno sembra salvarsi. L’unica che riesce a rinascere è Becka, che farà pace con se stessa e col mondo. Mentre il rapporto tra padre e figlia sembra prendere strade nuove fatte di vita, Tim percorre le vie che lo porteranno all’addio definitivo. «Parte della sfida, non dormire. Qualcosa che gli garantisse di spendere le sue considerevoli energie e dare uno scopo alla giornata. Lui l’amava. L’aveva sempre amata. Tornare da lei prima che morisse: sarebbe stata quella l’ultima sua imposizione». Quando l’uomo decide di dire definitivamente addio alla famiglia per perdersi in solitudine, Jane si ammala: il tempo di un ultimo veloce addio, ma ormai è troppo tardi.

Ogni legame è fatto di chilometri, e dopo quei chilometri un pezzetto del lettore morirà con Tim, con Jane, abbraccerà Becka. Così da scoprire che oltre alle gambe farà male il cuore. E ogni strada meriterà di essere percorsa.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.