Tim Burton – Dark shadows

Ispirato all’omonima soap opera degli anni Sessanta di Dan Curtis, arriva nelle sale italiane Dark shadows, l’ultimo lavoro di Tim Burton, che dirige per l’ennesima volta Johnny Depp, qui nelle vesti del vampiro Barnabas Collins.

Tutto inizia a metà del XVIII secolo, quando i Collins, insieme proprio al figlioletto Barnabas, lasciano l’Inghilterra per il Maine. Giunti negli Stati Uniti, fondano una fortunata azienda ittica e costruiscono una splendida magione chiamata Collinwood: l’influenza nel territorio è così importante da determinare la nascita di una cittadina che porta il loro nome, Collinsport. Diventato un uomo, Barnabas ha una relazione con la domestica Angelique, salvo metterla da parte quando s’innamora della bella Josette. È chiaro che il protagonista ha una conoscenza alquanto limitata delle donne e, soprattutto, delle reazioni catastrofiche di una donna abbandonata: Angelique lancia una maledizione che porta Josette al suicidio e Barnabas a trasformarsi in un vampiro. Non contenta, la donna spinge la popolazione ad attaccarlo e a seppellirlo, rinchiuso in una bara.

Lungo salto temporale: Collinsport, 1972. La bara di Barnabas viene ritrovata e il vampiro si risveglia dal suo lungo sonno, spaesato, in una città che ha cambiato volto. Scopre che Angelique, a sua volta immortale in quanto strega, ha fondato l’impresa AngelBay che ha soppiantato l’attività dei Collins. A completare la situazione, per Barnabas già di per sé deprimente, è la scoperta dello stato di decadenza in cui versa la sua dimora, abitata da quattro discendenti dei Collins, che vivono insieme a un paio di domestici e a una dottoressa alcolizzata ed eccentrica. Deciso a riconquistare il prestigio perduto, il vampiro si adopera affinché l’azienda ittica di famiglia rinasca e Collinwood torni agli antichi splendori.

Ottima la regia di Tim Burton, che confeziona una pellicola impregnata del suo leggendario stile gotico, in un mix di horror e comicità. Dark shadows è una storia d’amore e di morte, ma soprattutto è una riflessione sull’immortalità, bramata dall’uomo ma raramente sinonimo di felicità. Il film è arricchito da una splendida colonna sonora con, accanto alla storica collaborazione col compositore Danny Elfman, pezzi di Iggy Pop, T. Rex, Donovan, Barry White, Black Sabbath ed Alice Cooper, che interpreta se stesso durante un party organizzato a Collinwood.

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