Stanley Kubrick – Arancia meccanica

Arancia meccanica è il titolo di un romanzo breve di Anthony Burgess (1962): la vicenda si svolge in un futuro mondo distopico segnato dalla violenza, con i giovani che si abbandonano al furto, alla droga e alle pratiche sessuali più perverse. Tuttavia, lo scrittore sostiene che questa fase costituisce solo un momento di passaggio nella vita di un individuo e che i protagonisti di Arancia meccanica, da adulti, diventeranno normali e rispettabili membri della società.

2001: Odissea nello spazio si chiudeva con lo sguardo sereno del feto astrale: al contrario, il film che Stanley Kubrick ha tratto dal libro di Burgess si apre con il ghigno sinistro di Alex, intento a bere “latte più” nel Korova Milk Bar, insieme ai suoi tre compari, i “drughi”. In seguito, i quattro picchiano un ubriaco, rubano una macchina e si introducono nella casa di uno scrittore, costringendolo ad assistere alla scena di Alex che ne violenta la moglie. Una notte, Alex uccide una donna e, tradito dai drughi, viene arrestato e condannato a quattordici anni di prigione. Dopo un periodo di detenzione, accetta di sottoporsi al «trattamento Ludovico», mirato a estirpare i suoi comportamenti deviati. «Quando un uomo non ha scelta, cessa di essere un uomo»: Alex viene legato a una sedia, costretto a tenere gli occhi aperti e a visionare filmati di violenza sessuale e depravazione, accompagnati dalle note della Nona sinfonia di Beethoven. Dopo due settimane di torture psicologiche, la sola idea del sesso, della violenza o della Nona gli provoca violente convulsioni. Alex sembra guarito, pronto a riprendere il suo posto nella società come cittadino modello. Tuttavia, le cose non si riveleranno automaticamente così semplici.

Arancia meccanica coniuga diversi generi, dalla satira al grottesco, dall’umorismo nero alla fantascienza, passando per il teatro e la filosofia (si è ipotizzato che la «cura Ludovico» sia un esplicito riferimento al mito della caverna di Platone, illustrato in La Repubblica): il film trae ispirazione dalla Pop art e la Op art, mentre le immagini richiamano il sesso, l’elemento che più di qualunque altro riesce a «catturare l’attenzione dello spettatore». Predominante è il colore bianco, simbolo di purezza esteriore contro la corruzione morale dei personaggi (si tratta comunque di un bianco “relativo”: anche il latte è “più”, ossia alterato da droghe). Il film dimostra che la società è più pericolosa del singolo e che, in fondo, c’è un po’ di Alex in ognuno di noi. La violenza perpetrata dalle istituzioni è la peggiore, poiché tesa a omologare silenziosamente l’individuo, essere umano esteriormente, macchina programmata all’interno. Non esiste autonomia di pensiero nella società ritratta da Kubrick: invece, l’uomo dovrebbe essere libero di scegliere fra bene e male, anche se sceglie il male, perché se gli viene tolta questa opzione «egli non è più un uomo, ma un’arancia meccanica».

 

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