Beady Eye – Different gear, still speeding

Domanda retorica: ci toglieremo mai dalle scatole le continue diatribe tra i due Gallagher? Nonostante gli Oasis si siano sciolti e sembrino un’esperienza definitivamente archiviata, i due litigiosi fratelli continuano a beccarsi a distanza, con una lunga serie di reciproche e velenose accuse. Nell’attesa di trovare la risposta a quest’interrogativo, concentriamoci sul percorso artistico di Liam, titolare del progetto Beady Eye, qui al debutto.

Il limite è quello di sempre: una cronica mancanza d’idee nuove. Le tredici tracce della scaletta strizzano immancabilmente l’occhio alla “British-invasion”, ovvero a quel periodo, tra la fine dei Sessanta e l’inizio dei Settanta, in cui le band inglesi spopolavano negli USA. Peccato, però, che i nomi coinvolti all’epoca fossero quelli di Beatles, Kinks, Cream, Rolling Stones, Who, Donovan, Elton John, penne raffinissime, dotate di qualità che nessuno dei due Gallagher ha mai dimostrato di possedere. Per farsi un’idea di cosa sia Different gear, still speeding, basta ascoltare il primo singolo, The roller, una scopiazzatura plateale di Istant Karma di John Lennon. Il flop è totale, sia che i nostri tentino un ibrido tra gli Smiths e i Fab Four folgorati dal misticismo indiano, come in Millionaire, sia che ripetano a memoria i riff suadenti di Keith Richards, vedasi la debolissima Wind up dream. L’apice del cattivo gusto e dalla vacuità viene però raggiunto con Beatles and Stones (uno dei titoli più demenziali dell’anno), dove ad essere emulati, però, sono gli Who di My generation (occhio alle linee di basso).

Il disco procede tutto così, compresso tra un asfissiante e molesto citazionismo e il revival simil-plagio (a ben vedere, il trademark degli Oasis). I Beady Eye, insomma, sfornano canzoni che sin dai primi vagiti risultano vecchie, goffe nel loro tentativo di imitazione degli “inni sacri” del pop albionico. Di buono c’è che il tempo archivia in fretta album del genere, e senza alcun rimpianto, così, alla fine, Different gear, still speeding rimarrà un modesto oggetto di feticismo per qualche fan incallito e orfano degli Oasis.

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