La casa editrice Quodlibet ha portato in libreria Genius Loci. Anatomia di un mito italiano. Il libro è scritto da Stefano Chiodi ed è uscito nel corso del 2021.
Il libro ricostruisce una genealogia del genius loci attraverso alcuni momenti della vicenda italiana. Una lettura stimolante ed affascinante.
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Stefano Chiodi – Genius Loci
Nel corso del Novecento l’Italia è andata alla ricerca di un centro di gravità identitario, capace di superare la difficoltà in cui la sua cultura si è trovata rispetto a una modernità avvertita in forma schizofrenica insieme come forza disgregatrice e come componente indispensabile alla propria autodefinizione.
Il richiamo a un’eredità impareggiata quanto malferma e contraddittoria ha trovato un punto di saturazione nella nozione di genius loci, che ha finito per rappresentare una sorta di soluzione immaginaria alla questione dell’identità dell’arte prodotta in Italia.
Il libro ricostruisce una genealogia del genius loci attraverso alcuni momenti della vicenda italiana, dalla fondazione postunitaria di una storia dell’arte nazionale al fascismo, dagli anni Ottanta all’attualità, puntando a fornire una ricostruzione della sua fortuna e una sua nuova lettura critica.
Una genealogia non lineare di discorsi, memorie, immaginazioni che hanno avuto e continuano ad avere come posta in gioco l’autoriconoscimento in senso culturale quanto inevitabilmente politico dell’Italia contemporanea.
L’autore
Stefano Chiodi ha pubblicato numerosi saggi sull’arte e la teoria critica tra primo Novecento ed epoca contemporanea. Tra i suoi libri, La bellezza difficile (2008); Una sensibile differenza (2006); Espresso (2000). Ha curato edizioni di testi e cataloghi, tra cui Alexander Nagel, Christopher Wood, Rinascimento anacronico (2021); Marina Ballo Charmet, Con la coda dell’occhio. Scritti sulla fotografia (2017; ed. ingl. 2021); Alberto Boatto, Ghenos Eros Thanatos e altri scritti sull’arte 1968-2015 (2016); Marcel Duchamp. Critica, biografia, mito (2009); Achille Bonito Oliva, Il territorio magico (2009); Spazio (con D. Dardi, 2010); Franco Cordelli, Il poeta postumo (2008); annisettanta (con M. Belpoliti, G. Canova, 2007). Ha curato di recente le mostre Alberto Boatto. Lo sguardo dal di fuori, MAXXI, Roma 2020; Marina Ballo Charmet. Fuori campo, Istituto italiano di cultura, Madrid, 2019; Luca Maria Patella. Ambienti proiettivi animati (con B. Carpi De Resmini), MACRO, Roma 2015. Scrive su «il manifesto», «il verri» e altre testate. Con Marco Belpoliti ha fondato nel 2011 www.doppiozero.com. Insegna Storia dell’arte contemporanea all’Università Roma Tre.