Una figlia di Iside

Una figlia di Iside, di Nawal El Saadawi

Nawal El Saadawi è l’autrice egiziana più importante. Nel corso del 2021 Nutrimenti ha portato in libreria Una figlia di Iside. La traduzione dall’inglese è di Roberta Bricchetto.

Una figlia di Iside è il racconto dell’infanzia e della gioventù della femminista più famosa nel mondo islamico. Una testimonianza appassionata. La storia di una emancipazione possibile.

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Una figlia di iside – Nawal El Saadawi

Una figlia di Iside“Se provo a ricordare cosa è successo quando sono venuta al mondo, tutto quello che so è che sono nata donna. Sentivo dire che Dio crea il maschio e la femmina, e che, molto prima che nascessi, le neonate venivano sepolte vive.

Poi, dall’alto, un verso discese nel Corano, e diceva così: ‘E se alla femmina sepolta viva si chiede per quale peccato sia stata uccisa…’. Fossi nata a quell’epoca sarei stata una di quelle neonate. Questo mi dicevano quando avevo quattro anni.”

La memoria e le parole sono le armi che Nawal El Saadawi utilizza per ribellarsi a una società in cui la nascita di una femmina equivale a una sventura. Una società in cui l’interpretazione del Corano è monopolio degli uomini, in cui le bambine subiscono la cliteridectomia, sono costrette a sposarsi in tenera età ed educate a servire gli uomini in silenzio.

 

 

 

 

L’autrice

Scrittrice e psichiatra egiziana, Nawal El Saadawi si laurea al Cairo nel 1955. Il primo libro, Woman and Sex, nel 1972 le costa la cacciata dal Ministero della Sanità e la persecuzione delle autorità religiose. Da allora scrittura e impegno civile diventano per lei inseparabili e si traducono in alcuni dei libri più scioccanti scritti sull’oppressione delle donne arabe, come Woman at Point Zero (tradotto in Italia con il titolo Firdaus) e The Fall of Imam. Viene arrestata nel 1981 e rilasciata solo dopo l’assassinio di Sadat.

Negli anni Novanta è costretta all’esilio perché il suo nome compare nella lista della morte di un gruppo fondamentalista. L’ultima persecuzione nel 2001, quando solo una grande mobilitazione internazionale la salva da un processo per apostasia e dal divorzio coatto chiesto, contro la volontà sua e di suo marito, da un avvocato integralista.

Nel 2004 ha ricevuto il premio Nord-Sud assegnato dal Consiglio d’Europa alle personalità che si sono battute per la difesa dei diritti umani.

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