La casa editrice Adelphi prosegue nella ripubblicazione delle opere di Vladimir Nabokov. Qualche mese fa è stato portato in libreria Intransigenze.
Intransigenze esce con la traduzione di Gaspara Bona nella collana gli Adelphi. Un volume che ci presenta un lato non troppo conosciuto di Vladimir Nabokov.
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Vladimir Nabokov – Intransigenze
Nabokov aborriva le interviste. Eppure, quando diventò una celebrità, dovette subirne alcune. Ma il lavoro di quei malcapitati giornalisti si trasformava in puro pretesto per una strepitosa reinvenzione con cui egli si proponeva innanzitutto di cancellare «ogni traccia di spontaneità, ogni parvenza di effettiva conversazione».
Il risultato fu una sorta di concrezione madreporica, dove con gli anni finirono per depositarsi, nella loro forma più scintillante e micidiale, non tanto le idee quanto le intransigenze di Nabokov, come dire le reazioni della sua fisiologia di scrittore ai grandi temi – e spesso alle grandi scemenze – che vagavano per l’aria.
L’autore
Vladimir Nabokov è stato uno scrittore, saggista, critico letterario, entomologo, drammaturgo e poeta russo naturalizzato statunitense. Benché universalmente noto per il suo Lolita (1955), scritto in inglese e base per l’omonimo film del 1962 di Stanley Kubrick, Nabokov vanta anche una considerevole produzione in russo; la sua narrativa spazia su varie tematiche: la frammentazione sociale, l’ossessione del sesso, la distopia, mentre in ambito saggistico scrisse di entomologia e di scacchi, dei quali era teorico prima ancora che giocatore.