16 ottobre 1943

16 ottobre 1943 torna in una nuova edizione

La Nave di Teseo riporta in libreria 16 ottobre 1943. Il libro di Giacomo Debenedetti è un classico della letteratura della Seconda Guerra Mondiale, dallo straordinario valore letterario e di testimonianza.

16 ottobre 1943 esce con le prefazioni di Natalia Ginzburg e Alberto Moravia, un testo inedito di Guido Piovene e una nota editoriale di Mario Andreose. Illustrazione originale di copertina di Alberto Savinio e due ritratti inediti dell’autore di Felice Casorati e Carlo Levi, per gentile concessione di Antonio Debenedetti, preceduti da un profilo civile che Alberto Moravia dedicò all’amico in occasione della sua scomparsa.

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16 ottobre 1943 – Giacomo Debenedetti

16 ottobre 1943Definito “la prima memoria scritta della shoah italiana”, 16 ottobre 1943 è la testimonianza letteraria della retata nazista nel Ghetto di Roma. In poche ore di una mattina d’autunno, le SS agli ordini del maggiore Kappler rastrellarono oltre mille ebrei italiani per indirizzarli verso i campi di sterminio.

Queste pagine, scritte a pochi mesi dai fatti, rappresentano una delle rare avventure narrative di Giacomo Debenedetti, critico prolifico, studioso di Proust e di Joyce e del romanzo novecentesco, editore e saggista. Un racconto che ricostruisce la “banalità del male” di uno dei momenti più neri della storia d’Italia, un testo esemplare tra letteratura e impegno civile che colpì le coscienze del tempo, su tutti Sartre e Sciascia, e che resta ancora oggi di ispirazione, per non dimenticare quello che è stato.

Il secondo testo qui raccolto, Otto ebrei, rievoca il salvataggio dall’eccidio delle Fosse Ardeatine di otto condannati. Protagonista è un commissario di Pubblica sicurezza con l’ambizione di ripulirsi la coscienza dopo la Liberazione, testimone di quella “persecuzione dell’amore” vissuta dalla comunità ebraica nel dopoguerra, su cui Debenedetti fu tra i primi a riflettere.

In questa nuova edizione, le opere di Debenedetti sono accompagnate dagli interventi di Alberto Moravia, Natalia Ginzburg e Guido Piovene e da una nota di Mario Andreose, che inquadrano l’importanza capitale di due classici della letteratura sulla seconda guerra mondiale.

L’autore

(Biella, 1901 – Roma, 1967) è stato uno dei maggiori critici letterari del Novecento. Studioso di Proust e Joyce, ha insegnato all’Università di Messina e alla Sapienza di Roma. Durante gli anni della formazione a Torino, fonda nel 1922, insieme a Sergio Solmi e Mario Gromo, la rivista letteraria “Primo tempo” e inizia una proficua collaborazione con le riviste “Il Baretti” e “Solaria”.

Nel 1926 pubblica il suo primo libro di narrativa, Amedeo e altri racconti e nel 1929 il primo volume della serie dei Saggi critici, salutata da Piero Gobetti come una rivelazione per la critica post-crociana. Nell’autunno del 1936 si trasferisce a Roma dove collabora con il “Meridiano di Roma” e tiene con grande autorevolezza la rubrica di critica della rivista “Cinema”. Dal 1946 al 1956 è redattore dei testi parlati del cinegiornale “La Settimana Incom”, migliaia di pagine che raccontano le difficoltà e le speranze degli italiani del dopoguerra.

Nel 1958 contribuisce alla nascita della casa editrice il Saggiatore, della quale diventa direttore letterario. Sono apparsi postumi, con la cura di Renata Orengo, Il personaggio uomo (1970), Il romanzo del Novecento (1971), La poesia italiana del Novecento (1974), Verga e il naturalismo (1976), Pascoli: la rivoluzione inconsapevole (1979). Presso La nave di Teseo è in corso la nuova edizione delle sue opere, cominciata con Cinema: il destino di raccontare (2018) e Il romanzo del Novecento (2019).

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