Cinquanta in blu

Cinquanta in blu. Storie per festeggiare Sellerio

Cinquanta in blu è un piacevolissimo libro uscito a fine ottobre per Sellerio. Nove autori si sono ispirati al catalogo della casa editrice per scrivere nove straordinari racconti: una antologia per festeggiare i 50 anni della casa editrice.

Per i cinquant’anni della casa editrice Sellerio, nove tra i nostri autori più noti e consueti hanno scelto un volume tra gli oltre tremila del catalogo: il titolo che più li aveva colpiti. E partendo da questo hanno immaginato una nuova trama per un racconto inedito.

Lo scopo della proposta editoriale è di mostrare una continuità, una cifra caratteristica, uno stile originale nel mezzo secolo della nostra esperienza; e, da parte dello scrittore, è quello di cercare di rivivere con il lettore, attraverso l’invenzione di una nuova storia, una significativa esperienza di lettura.

Cinquanta in blu – Storie per Sellerio

Per Antonio Manzini, come nella Scacchiera davanti allo specchio di Bontempelli, la realtà diventa quella dello specchio, così uno stesso colpo di teatro magico-realistico è scelto da una compagnia di vecchi attori per dire addio alle scene. Alicia Giménez-Bartlett trova nella vitalità della nostalgia di Penelope Fitzgerald (il romanzo è La libreria) il modello per la propria protagonista che cerca di ridare anima a un villaggio della «Spagna vuota».

Nell’Affaire Moro, Leonardo Sciascia racconta un aneddoto per capire l’Italia di quegli anni: Giosuè Calaciura lo inscena con un volto un luogo un fatto un motivo. Roberto Alajmo invece scrive un vero racconto su un libro: immagina il prefetto dell’Ultima provincia (di Luisa Adorno) che affronta il suo quarto d’ora di comica notorietà tra i colleghi di prefettura.

Uwe Timm del Notturno indiano (di Antonio Tabucchi) assorbe l’atmosfera, le suggestioni da Pessoa, l’inquietudine della ricerca e la fascinazione di una città. Andrea Molesini fa agire un «poeta dell’omicidio» e quindi dai Delitti esemplari (di Max Aub) trae la letterale ispirazione. Un bambino, intelligente, buono, che va ad abitare allo Zen 2 trasferendosi dal vecchio centro di Palermo, ricorda a Davide Camarrone il dissidente Dovlatov che emigra a New York (e che lo racconta con l’umorismo luccicante de La valigia). «Sopravvalutare la logica è un brutto vizio» è la lezione del racconto, ironico, sorprendente, triste, di Giorgio Fontana, perché l’Imperfezione (il saggio è del filosofo Greimas) apre e chiude le porte del destino.

Nel 1837 in Sicilia vi fu una «rivoluzione» che occultava in realtà il fanatismo di una caccia all’untore: Maria Attanasio lo racconta e il ricalco è dalle pagine della Storia della Colonna Infame del Manzoni.

Aprono la raccolta Cinquanta in blu le poche pagine che Andrea Camilleri fece in tempo a scrivere per questa antologia, ispirandosi all’Apologo del giudice bandito di Sergio Atzeni. Pagine che rafforzano in noi il rammarico per la sua scomparsa e la nostalgia per i libri che avrebbe scritto.

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