Per 66thand2nd è in libreria dallo scorso 27 giugno Max Lobe con Rue de Berne, numero 39. Il romanzo esce nella collana Bazar con la traduzione Sàndor Marazza.
Dipita è cresciuto in rue de Berne, nel cuore del quartiere a luci rosse di Ginevra, accudito da una combriccola di lucciole affettuose e pettegole che gli insegnano come stare al mondo e difendersi da spacciatori, «mariti di professione» e venditori di kebab. Ora che è rinchiuso nel carcere di Champ-Dollon, e ha tempo per riflettere sulla sua vita, il ragazzo decide di ricostruire le tappe del viaggio che ha condotto la sua famiglia da un piccolo villaggio del Camerun alla ricca metropoli elvetica: a partire dalle disavventure di sua madre Mbila, introdotta a sedici anni nel giro della prostituzione, dopo essere sbarcata in Europa in compagnia di trafficanti e ballerine di Bikutsi. Ma, soprattutto, Dipita ci racconta la sua storia personale, quella di un giovane immigrato di seconda generazione che a poco a poco prende coscienza della propria omosessualità ed è costretto a fare i conti, in un tumulto di incontri stupefacenti, con una doppia diversità. Rue de Berne, numero 39 affronta a viso aperto tematiche spinose come l’omosessualità in Africa, l’immigrazione clandestina, i traffici di esseri umani e di droga con eccezionale realismo, che il giovane talento di Max Lobe colora di profonda umanità e divertente sfrontatezza.
Nato in Camerun nel 1986, Max Lobe risiede in Svizzera da quando ha diciotto anni. Autore di racconti e romanzi, nelle sue opere tratta spesso temi di attualità come l’immigrazione, l’omosessualità e i rapporti interculturali. Con Confidences (2017) ha ottenuto il Prix Ahmadou Kourouma, mentre con La Trinità bantu (66thand2nd, 2017) si è aggiudicato il Premio Salerno Libro d’Europa 2018. Rue de Berne, numero 39 è il suo romanzo d’esordio, vincitore nel 2014 del Prix du roman des Romands.