Longanesi presenta Se ami qualcuno dillo di Marco Bonini. Il concetto di virilità, l’abbandono dello stereotipo dell’uomo che “non deve chiedere mai” e la ricerca di una nuova identità maschile sono le tematiche attorno alle quali si sviluppa la trama di Se ami qualcuno dillo, romanzo d’esordio dell’attore e sceneggiatore Marco Bonini. Prendendo spunto da un episodio autobiografico – il ribaltamento della personalità di suo padre in seguito al coma dovuto a un attacco di cuore – Bonini racconta il cambio di prospettiva di un figlio, ormai padre a sua volta, cresciuto a pane e machismo e che invece si ritrova improvvisamente un papà dolce e affettuoso. In un mosaico di personaggi e sentimenti, Marco Bonini mette su carta una storia che mixa con naturalezza poesia e commedia.
Sergio è un uomo duro e poco incline ai sentimentalismi. Anche in famiglia è sempre stato selvatico e scostante, al punto che la moglie lo ha lasciato dopo vent’anni di matrimonio. Quando in seguito a un grave infarto l’uomo entra in coma, al suo capezzale accorre però la famiglia al completo: i figli Marco e Giulio, l’ex moglie, la madre, gli zii e perfino le numerose donne che Sergio ha frequentato dopo il divorzio. Li aspetta una grande sorpresa: al risveglio il vecchio Sergio, l’uomo tutto d’un pezzo che non sapeva fare una carezza ai propri figli, non c’è più. Al suo posto è arrivato un alieno, imprevedibile, folle e delizioso come un bambino che deve di nuovo imparare tutto, ma proprio tutto, del mondo degli uomini. Il nuovo Sergio non sa leggere né scrivere, ma balla, ride e sa quando fare una carezza o una dichiarazione d’amore. Sergio sa essere, finalmente, felice e sa insegnarlo agli altri. Il completo ribaltamento del modello maschile promosso da Sergio spingerà i figli a ripensare una loro nuova identità. Marco saprà apprendere la sua lezione?
“È l’estate del 2000, quasi vent’anni fa, e Sergio, mio padre, è in un letto d’ospedale, ancora in coma a un mese dall’infarto che lo ha colpito. Mio padre è la chiave di volta di tutta la mia vita. Mio padre è il modo in cui guardo mia madre, il modo in cui gioco con mio figlio, il tono con cui mi rivolgo alla madre dei miei figli. Mio padre è il sorriso che rivolgo ad una donna. La leggerezza con cui scherzo con i miei amici. Mio padre è il sottotesto di tutti i personaggi che interpreto come attore, è il giudice incontrastato della mia intera infanzia. E, proprio per questo, è anche il principio generativo di quasi tutti i miei problemi, come lo è quasi sempre un padre per un figlio, specialmente maschio.”