Massimo Ranieri e la paura di interpretare Pier Paolo Pasolini

Molti anni fa, dopo una partita di calcio, Pier Paolo Pasolini incontrò Massimo Ranieri negli spogliatoi. «Ma è vero quello che dicono, ci somigliamo proprio» disse Pasolini. Oggi l’attore interpreta proprio l’intellettuale italiano ne La macchinazione di David Grieco, film che si propone di raccontare la verità su un delitto misterioso.
Misterioso è il termine giusto: dopo l’omicidio, avvenuto nella notte del 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia, furono rinvenuti sul luogo cinque profili genetici, mai identificati, mentre per la morte di Pasolini l’unico colpevole certo è da sempre Pino Pelosi. Recentemente è stata caldeggiata l’istituzione di una commissione parlamentare, volta a indagare ulteriormente sulla morte di Pasolini, anche se l’ultima inchiesta sul caso è stata archiviata a maggio 2015.
Tornando al film, La macchinazione racconterà gli ultimi giorni di vita di Pasolini, partendo dal furto dei negativi di Salò o le 120 giornate di Sodoma, l’ultimo film girato dal regista. Per Massimo Ranieri non è stato facile vestire i panni di Pasolini:  «Mi avevano già chiesto altre volte di interpretarlo, ma avevo sempre detto di no, perché erano progetti che biecamente si concentravano solo sulla sua omosessualità. A David, che conosco da trent’anni, ho detto di morire dalla paura all’idea di interpretare un personaggio così immenso. Il giorno delle riprese mi è anche venuta una febbre psicosomatica» ha raccontato l’attore all’ANSA.
La macchinazione uscirà nelle nostre sale il prossimo 24 marzo. Ecco il trailer:

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