Javier Cercas – L’impostore

Cosa capita quando la Storia diventa un romanzo kitsch? La questione se la poneva, in altri termini, già Aristotele nella Poetica, legittimando l’intervento del poeta all’interno degli accadimenti reali in quanto occasione di riflessione sulla realtà.

Inevitabile per uno scrittore come Javier Cercas, classe 1962, autore di romanzi storici, apprezzati dalla critica, quali Soldati di Salamina e Anatomia di un istante, interrogarsi sulla medesima questione in un momento in cui l’immaginario collettivo condiziona la memoria degli eventi storici, trasformandoli in un copione ove il romanzesco, nel senso deteriore del termine, si mescola alla verità e finisce con il falsificarla, attribuendo attestati di eroismo agli immeritevoli. Questo avviene perché esistono i «fabbricanti di kitsch», ovvero persone malate di narcisismo che sostituiscono a una vita reale mediocre un’esistenza segnata dalle vicissitudine tragiche della propria epoca. È questo il caso di Enric Marco, il protagonista de L’impostore, un novantenne di Barcellona, le cui menzogne sono state smascherate pubblicamente nel 2005. Costui è un abile «picaro» che ha costruito la propria immagine di combattente e vittima dei lager nazisti, pur non essendo mai stato in un campo di concentramento e pur non essendosi mai discostato dalla maggioranza degli spagnoli nella passiva accettazione del franchismo e del nazismo.

Javier Cercas
Javier Cercas

Perché allora dopo molti dubbi lo scrittore si convince che valga la pena approfondirne la personalità correndo il rischio di giustificare l’impostura? In realtà le cose non sono mai semplici come appaiono: cosa muove infatti il narcisismo di Enric Marco? Non è forse la stessa patologia a spingere il romanziere Javier Cercas a identificarsi con L’impostore? L’accurata indagine non porta né a una condanna né a una assoluzione ma, come avviene negli altri libri dello scrittore spagnolo, la disamina dettagliata sviscera in tutta la sua complessità il caso oggetto di studio ed approda ad alcune riflessioni. In primo luogo si diventa Narcisi/romanzieri, perché «la realtà uccide e la finzione salva», tanto è vero che nel momento in cui Narciso si vede riflesso nell’acqua e si conosce muore. In secondo luogo la vicenda esemplare di Enric Marco, ne L’impostore, mette in luce come il culto dei testimoni dei fatti sia di ostacolo alla ricostruzione oggettiva dei medesimi: memoria e Storia non coincidono, in quanto sono «opposte: la memoria è parziale, individuale, soggettiva; la Storia invece è oggettiva e aspira a essere totale e oggettiva».

ISBN
9788823512672
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